È possibile realizzare un grande impianto industriale a forte impatto paesaggistico su terreni agricoli in uno degli scenari più belli della Valle Santa, come se fossero semplicemente delle serre? A rigor di logica la risposta dovrebbe essere no, ma pare che qualcuno invece ci sia riuscito.
È possibile realizzare un grande impianto industriale a forte impatto paesaggistico su terreni agricoli in uno degli scenari più belli della Valle Santa, come se fossero semplicemente delle serre? A rigor di logica la risposta dovrebbe essere no, ma pare che qualcuno invece ci sia riuscito. A Piani Sant’Elia, nel territorio del Comune di Rieti, è stata completata la costruzione di una centrale elettrica fotovoltaica privata dalla capacità di ben 2,6 MWp (megawatt peak). Una centrale di tale dimensione è in grado di generare circa 3 milioni di kWh l’anno, soddisfacendo il fabbisogno di circa 1.170 famiglie.
Stiamo quindi parlando di una centrale di grandi dimensioni, il cui impatto desolante e devastante sul paesaggio è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Quello che ci preoccupa, e che ci indigna, è che altrove, ad esempio a Prato, una centrale fotovoltaica di 2,8 MWp (vedi foto) è stata costruita sfruttando esclusivamente la superficie di 50.000 mq di un solo tetto di un polo della logistica, evitando così di consumare ulteriore prezioso territorio, mentre nella nostra Valle Santa, a due passi dalla città e su terreni agricoli, si è permesso di realizzare l’ennesimo sfregio al paesaggio, a danno della collettività.
Perché, ci chiediamo, costruire un grande impianto industriale privato su terreni agricoli e in una zona di pregio paesaggistico? Come è stato possibile ottenere tutte le autorizzazioni necessarie?
Attendiamo risposte.
Sabina Radicale
www.sabinaradicale.it