Ieri, con una battaglia di comunicati tra l'assessore al Comune di Rieti Felice Costini ed il presidente dell'ASI Andrea Ferroni, abbiamo appreso la verità sulla localizzazione di un impianto per la produzione del bitume a Vazia. Si tratta di una storia esemplare che dimostra come i nostri amministratori fanno finta di litigare per giustificare le loro decisioni prese contro gli interessi della cittadinanza nel più perfetto inciucio tra spezzoni della cosiddetta Destra e spezzoni della cosiddetta Sinistra. Dal comunicato di Costini apprendiamo che l'ASI, presieduta da Andrea Ferroni del Pd, eletto a tale carica dai voti dei componenti del cda eletti da enti locali di sinistra e di destra insieme, ha localizzato tale impianto a Vazia, nei pressi del centro abitato.
Ieri, con una battaglia di comunicati tra l'assessore al Comune di Rieti Felice Costini ed il presidente dell'ASI Andrea Ferroni, abbiamo appreso la verità sulla localizzazione di un impianto per la produzione del bitume a Vazia. Si tratta di una storia esemplare che dimostra come i nostri amministratori fanno finta di litigare per giustificare le loro decisioni prese contro gli interessi della cittadinanza nel più perfetto inciucio tra spezzoni della cosiddetta Destra e spezzoni della cosiddetta Sinistra. Dal comunicato di Costini apprendiamo che l'ASI, presieduta da Andrea Ferroni del Pd, eletto a tale carica dai voti dei componenti del cda eletti da enti locali di sinistra e di destra insieme, ha localizzato tale impianto a Vazia, nei pressi del centro abitato.
Dice poi che, una volta indicata la localizzazione il Comune non può fare altro che rilasciare i permessi perché si tratta di un documento di natura amministrativa, di competenza dirigenziale , che esula da qualsiasi decisione politica e scarica la responsabilità della firma da parte del sindaco dei permessi sulla spalle della architetto Manuela Rinaldi che, secondo Costini, ha svolto «un ottimo lavoro con puntigliose indagini e ricerche, accompagnate da numerosi sopralluoghi, dai quali è scaturita la assoluta legittimità della richiesta dell'imprenditore».
Sempre Costini afferma poi, nello stesso comunicato, che però «la scelta presa dal presidente Ferroni e dal suo cda della localizzazione è quanto meno infelice». Con ciò vuol dire che il sindaco è stato costretto a firmare i permessi per la realizzazione di un impianto industriale che emette esalazioni malefiche per la salute dei cittadini in una zona densamente abitata, quindi inopportuno.
E questa decisione è stata presa da Ferroni e dal suo cda per tenere lontano l'impianto dal nucleo industriale che, sempre Ferroni & Co., sta trasformando di fatto in un'area per i centri commerciali, alla barba della industrializzazione del reatino e dei relativi posti di lavoro. E questo Costini lo ha appreso da quanto io vado scrivendo da almeno due anni, solo che lui lo nota solo ora quando fa utile alla sua presunta polemica con Ferroni, anche perché Ferroni governa l'ASI con l'approvazione anche dei membri del cda eletti dagli amici e sostenitori della parte politica alla quale appartiene Costini.
Poi Costini si chiede: «Cosa stanno facendo i nominati dagli enti locali all'interno dell'Asi i quali non si sono resi conto che il loro Piano regolatore è una nuova e mera speculazione per centri commerciali». Poi conclude, quasi trionfalmente, credendo di aver preso il nemico col sorcio in bocca: «Il Comune ed in particolare l'assessorato all'urbanistica sono – per così dire – con la coscienza a posto, perché non hanno nessun potere in merito alla individuazione dell'area».
E si salva l'anima, come facevano i ricchi nel medioevo pagando dazio al signore, affermando solennemente: «Resta il fatto, però, che è stato deciso di installare (evidentemente per salvare i polmoni dei cittadini di Vazia offesi dalla decisione di Ferroni & Co.) una centralina fissa, di proprietà comunale, per il controllo delle emissioni dell'impianto».
Come a dire: per fortuna che ci siamo noi a tutelare quei disgraziati che hanno scelto di abitare nella frazione di Vazia! A questo popò di chiacchiere Ferroni risponde frastornato con un altro comunicato di poche righe nel quale si difende non contestando l'inopportunità della scelta. Si limita solo a dire che i permessi li ha firmati il sindaco e che il resto sono tutte chiacchiere demagogiche diffuse per ragioni elettorali. Ben misera autodifesa, direbbe l'avvocato di un suo assistito reo di qualche cosa.
Da tutta questa storia emerge chiaramente che i due sotto sotto sono d'accordo. In primo luogo risulta evidente che l'ASI, pur potendo localizzare il nuovo impianto maleodorante ed insano per la cittadinanza nel nucleo industriale dove ci sono ancora capannoni e terreni nei quali corrono i sorci e dove le esalazioni sono lontane dalle case abitate dai cittadini, lo ha localizzato invece sotto casa. È vero che l'ASI ha iniziato la trasformazione del nucleo stesso da nucleo industriale a un'area per centri commerciali che nulla hanno a che vedere con i fini istituzionali dell'ASI, che è stata istituita per sviluppare l'industria e non i supermercati.
È vero che il sindaco ha firmato i permessi nel presupposto che le carte fossero in regola in base alla relazione sottoscritta dal funzionario dell'assessorato all'urbanistica Manuela Rinaldi, che non si è accorta che in quella zona c'erano case di abitazione. È vero che il Comune ritiene l'impianto localizzato dall'ASI nocivo per la salute pubblica perché ha deciso di installare sul posto una centralina fissa, di proprietà del comune, per il controllo delle emissioni dell'impianto.
Malgrado tutto questo, niente è stato fatto per impedire una tale nefandezza, scaricando tutto sulle spalle di Manuela Rinaldi, come se alla stessa spettasse il compito istituzionale di occuparsi della salute dei cittadini in sostituzione del sindaco e dell'assessore che i cittadini di Rieti eleggono per tale scopo. Da questi fatti risulta chiaramente che Ferroni & Co. e Costini & Co. sono d'accordo nella localizzazione dell'impianto a Vazia. Fanno finta di litigare, tanto quei fessi dei reatini «i voti ce li danno lo stesso».
Vazia, poi, è un serbatoio di voti della destra. Così, prima il carcere, poi la l'antenna costruita di notte della zona artigianale, poi il tentativo dell'impianto della trasformazione della monnezza in zona di rispetto e ricreativa, ora l'impianto per il bitume. Risulta ancor più chiaramente che destra e sinistra, a Rieti e in Sabina, sono d'accordo, mentre fanno finta di litigare, giustificandosi a vicenda – come nel caso dell'impianto per la produzione del bitume – per confondere le idee alla gente e prenderla in giro.
Questo fatto è un'altra prova che a Rieti e in Sabina opera una Mano Nera costituita da spezzoni di gente annidata sia nei partiti di destra che di sinistra che hanno scambiato il nostro territorio come se fosse di loro proprietà e lo usano solo ed esclusivamente per i loro interessi, fregandosene delle esigenze della città.
Costini e il sindaco se ritenevano Ferroni & Co. affaristi che stanno realizzando una nuova speculazione edilizia con capannoni commerciali, come dice chiaramente Costini nel suo comunicato, dovevano impedire la nefandezza a tutti i costi. I cittadini li hanno votati per questo. A primavera scrissi un articolo nel quale adombravo l'ipotesi che Costini si fosse schierato apertamente contro la Mano Nera che opprime Rieti e la Sabina.
Mi ero sbagliato. Quando si è contrari ad una cosa si deve essere coerenti fino in fondo e, se serve, ci si deve dimettere per sottolineare il proprio dissenso, non si possono cercare scuse bizantine. Io non avrei mai avallato quell’ operazione, né firmato i permessi. Chi fa politica deve sapersi assumere le responsabilità fino in fondo, non basta adombrare l'ipotesi che i membri del cda dell'ASI di provenienza di destra debbano dimettersi. Perché il rappresentante del comune non viene dimissionato? L'ASI poi ha bisogno di togliersi di dosso le croste di un passato di inciuci che tiene prigioniero lo sviluppo economico di tutta la provincia di Rieti. Ferroni & Co. debbono dimettersi.
Bisogna ricominciare da zero. Operi Costini in questa direzione, e saremo con lui. Queste storie sono il risultato di come i cittadini interpretano il loro ruolo di lettori. Quando votano mettono la croce sul nome di chi gli ha fatto o promesso favori, dopo però bisogna pagare dazio perché l'eletto presto si presenterà alla cassa. Questa volta agli elettori di Vazia si chiede di incassare il silenzio.