Cordone ombelicale: facciamo chiarezza

Pare che nel consultorio ASL di Rieti, si sia offerta a futuri genitori la possibilità di incontrare una società privata che si occupa della conservazione del sangue del cordone ombelicale;
questa cosa ha gettato dello scompiglio, giacché a detta di alcuni, si sarebbe fatto l'interesse di una società privata, a danno dell'ente pubblico.

Pare che nel consultorio ASL di Rieti, si sia offerta a futuri genitori la possibilità di incontrare una società privata che si occupa della conservazione del sangue del cordone ombelicale;
questa cosa ha gettato dello scompiglio, giacché a detta di alcuni, si sarebbe fatto l'interesse di una società privata, a danno dell'ente pubblico.

Facciamo un po' di chiarezza: il sangue del cordone ombelicale, ricco di cellule staminali, può essere conservato per usi futuri, da parte del bambino stesso (uso autologo), dei suoi familiari, o di chi ne avesse bisogno.
La sanità pubblica italiana si occupa però solamente della "donazione", che consiste nell'immettere il cordone in una "banca pubblica" dalla quale chi ne ha bisogno potrà accedere; tutto bello, così detto, ma solo (dati 2008) 3mila degli 11mila cordoni donati passano i severi esami e condizioni di ammissibilità, ed il resto vengono distrutti o usati per ricerca scientifica; e questo costa alla Sanità Pubblica 15 milioni, vale a dire 5mila euro a cordone; viceversa, la "conservazione" per sé (autologa) o per i familiari non ha di queste restrizioni: basti dire che è ammessa anche nella struttura pubblica, in caso di patologia anche familiare in atto, e di 305 richieste, è stata possibile per il 99.7%.

Dunque, esistono differenti opzioni, tutte legali: una pagata dalla Sanità Pubblica, l'altra (su libera scelta) dai cittadini. L'una a grande spreco, l'altra no. L'una "solidale", l'altra "di sicurezza personale" (ma, grazie alla iniziativa della deputata radicale Donatella Poretti, esiste anche la formula di compromesso dell'autologa solidale, che permette di avere più cordoni ombelicali conservati in strutture pubbliche o private, senza oneri per il Sistema Sanitario Nazionale, e previo consenso ad una successiva donazione per trapianto in caso di necessità).

Quindi, esistendo diverse opzioni, da un "consultorio" ci si dovrebbe aspettare esattamente quello che c'è stato: che dia consulenze, e presenti le diverse opzioni; "diffondere informazione sull'argomento", come ha confermato il dirigente ASL; giacché poi una delle opzioni è fornita (per scelta del Governo) solo dai privati, è normale che si fornisca un canale con essi.

Né si comprende quali sarebbero i "danni inferti al servizio pubblico" di cui ci parla Cittadinanzattiva; a volte la criminalizzazione del privato cattivo, il denaro come sterco del demonio, impedisce di vedere dove sia l'interesse del cittadino e dove i denari vengono mal spesi; anche questo speriamo sia tema della imminente campagna elettorale e del prossimo governo della Regione.

Marco Giordani
    segretario Sabina Radicale

Paolo Campanelli
Gianfranco Paris
    lista Bonino-Pannella
 

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