Il presidente Fabio Melilli ha espresso, alla vigilia della Pasqua, perplessità per la costruzione dell'impianto di cremazione nel comune di Pozzaglia; la perplessità sembrerebbe dovuta al fatto che la cremazione non sarebbe rispondente alla vocazione del territorio.
Il presidente Fabio Melilli ha espresso, alla vigilia della Pasqua, perplessità per la costruzione dell'impianto di cremazione nel comune di Pozzaglia; la perplessità sembrerebbe dovuta al fatto che la cremazione non sarebbe rispondente alla vocazione del territorio.
Il presidente della provincia si stupisce poi della possibilità di un finanziamento che possa arrivare dalla Regione; eppure la cremazione interessa oggi nell'Italia Centrale già il 10% delle scelte di "post-vita"; è così inconcepibile un interessamento pubblico per una esigenza di pubblico interesse?
Non ci è piaciuto poi il tempismo della presa di posizione, per una cosa di cui si parla da mesi: perché correre il rischio di farla pensare legata al cambio di giunta regionale, per cui "non essendo ancora chiaro se siano più gli oppositori o i favorevoli, e non potendo finanziare, meglio schierarsi con gli oppositori"?
A nostro avviso più utilmente il Presidente, per le capacità che gli vengono riconosciute e per di più nella veste di "vicino" poggiomoianese, avrebbe potuto porsi come mediatore tra i pozzagliesi, cercando di capire quali siano i reali problemi che l'impianto genererebbe.
Non ci risulta infatti che esistano territori vocati alla cremazione, così come territori vocati alla inumazione; quindi andrebbe fatto un discorso su che danno l'impianto apporterebbe.
Sappiamo che dei 45 impianti funzionanti in Italia, oltre la metà non effettuano neanche mille cremazioni l'anno; i 2-3 carri giornalieri che si possono quindi immaginare per Pozzaglia, difficilmente rappresenterebbero questo andirivieni di tristi carri di cui si legge; tanto più che presumibilmente essi arriverebbero via autostrada-turanense, sfiorando la sola frazione di Pietraforte. Né un tale impianto si può considerare così inquinante, se altrove si trova in cimiteri molto più vicini a centri abitati; certo, ci sono delle leggi che ne regolano le emissioni, e compito della politica è anche operare affinché i controlli vengano effettuati e le leggi vengano rispettate; ma per fortuna sembra che i NAS siano solerti in questi controlli.
Per quanto riguarda poi il turismo che ne fuggirebbe, ma siamo così certi che un crematorio, che nemmeno funziona di domenica, faccia questo effetto? Più che i normali cimiteri, che da tempo non sono più in Italia quei romantici luoghi di un tempo? Eppure non sembra che località turistiche come San Benedetto del Tronto o La Maddalena, Sanremo o Pallanza, Aosta o Bolzano ne soffrano.
Il Presidente chiude la sua nota con un invito al sindaco ad un riflettere, che sembra intendere un "ripensarci"; noi preferiremmo che se ne parlasse, senza allarmismi ed ideologismi.