L'episodio avvenuto sulle montagne di Leonessa, dove 5 bambine da 12 a 16 anni sono state salvate nella notte da Carabinieri e Corpo Forestale, non è il primo che si ricordi in cui dei bambini od adolescenti vengano a trovarsi in queste drammatiche situazioni.
L'episodio avvenuto sulle montagne di Leonessa, dove 5 bambine da 12 a 16 anni sono state salvate nella notte da Carabinieri e Corpo Forestale, non è il primo che si ricordi in cui dei bambini od adolescenti vengano a trovarsi in queste drammatiche situazioni.
Quando nel '99 morirono 3 bambine in Val Chiavenna per delle palafitte appoggiate su un torrente, intorno al responsabile 30enne si creò uno scudo di impunità che ne fece un eroe perché aveva partecipato al tentato salvataggio delle bambine; accadrà ora lo stesso per il giovane responsabile 23enne che a mezzanotte si è accorto che delle bambine erano scomparse da mezzogiorno?
Non sappiamo, né ci interessa, sapere come si concluse quel processo del '99; l'importante è che ci sia stato. Oggi il responsabile lavora meritoriamente per una ONG in Africa, ed è ancora capo-scout, probabilmente con maggiore senso di responsabilità. Senso di responsabilità che ci auguriamo prenda tutti anche per questo episodio leonessano, che solo per fortuito bel tempo non si è tramutato in tragedia.
Quando diciamo tutti, intendiamo chi dovrà legalmente accertare le responsabilità, giacché in Italia esiste la obbligatorietà dell'azione penale, e la organizzazione a cui le bambine erano affidate, vale a dire la Chiesa Cattolica. Inoltre, da inesperti ci poniamo un interrogativo: essendo in Italia il campeggio libero proibito, a quali permessi e controlli di sicurezza sono soggetti questi campi scout? Ed essendo in Italia necessario passare esami per ogni attività di accompagnatore di turisti per le vie cittadine, a quali permessi e controlli sono soggetti i responsabili di questi campi?