di Gianfranco Paris
domenica 15 agosto 2010
di Gianfranco Paris
domenica 15 agosto 2010
È scoppiata ufficialmente anche in Sabina la guerra all'interno del PDL tra la componente di AN e quella di FI. L'ha dichiarata formalmente con un comunicato ufficiale di dimissioni da capogruppo di quel partito nel Consiglio provinciale Chicco Costini con un linguaggio privo di fronzoli che più chiaro non si può. È la prima volta che si sono lette cose con il loro nome e cognome, senza le circonlocuzioni tanto care al politichese nazionale.
Del resto era nell'aria, e forse non poteva essere che così dopo che Fini ha costituito in Parlamento Gruppi di parlamentari autonomi da Berlusconi sia alla Camera che al Senato. In Italia il peso dei due raggruppamenti dell'ex PDL sono sbilanciati a favore di Berlusconi, a Rieti accade l'inverso. Da noi l'asse portante della politica della destra è sempre stato in casa di A.N. Gli uomini di A.N. si sono formati alla scuola politica locale del neo-fascismo post guerra mondiale che a Rieti ha lontane radici nella repubblica di Salò. Una tradizione che si riallaccia culturalmente ai tempi della marcia su Roma del 1922, quando gli agrari reatini parteciparono attivamente alla ascesa di Benito Mussolini che li ricompensò con la creazione della Provincia di Rieti nel 1927.
Gli eredi di quella tradizione che ora si identificano nei vari Cicchetti, Costini, Tittoni ecc. hanno sempre fatto sentire la loro voce nel panorama politico locale sia in consiglio comunale che in consiglio provinciale. Fino al 1994 quando, dopo la sfacelo di tangentopoli, con la fondazione di A.N. raccolsero l'eredità di gran parte dell'elettorato moderato della Sabina che fino a quel momento aveva votato per la D.C., diventando partito di maggioranza relativa. F.I., appena fondata, riuscì a mala pena ad attirare alcuni rampolli della borghesia affaristica locale, gente a caccia di prebende e favori per lo più annidati nella Associazione degli industriali della provincia di Rieti e nell'Associazione dei commercianti…
Gente che non aveva mai avuto dimestichezza con la politica, dedita soltanto alla cura degli affari di famiglia che guardava alla politica come supporto della bottega. La tradizione contro i parvenu. Le cose sono andate lisce fino a che i due gruppi separati hanno governato come alleati. Ma l'idea di un grande partito popolare che avesse potuto regalare a Berlusconi una maggioranza del 51% degli italiani come in una s.p.a. per fare il proprio comodo non ha funzionato e per verità non poteva funzionare. Costini, Cicchetti, Tittoni, Emili e tanti altri vengono da una scuola politica. Si può non essere d'accordo con le loro idee, ma sono gente che ragiona in termini politici.
Quelli di F.I., non so… tipi come Leoncini, Grassi, la Nobili ecc.., la politica non sanno nemmeno dove sta di casa. Calcano la scena politica di casa nostra senza cognizione alcuna, vivono all'ombra della luce nazionale emanata dal grande capo con lo scopo di agguantare qualche poltrona o vantaggio personale da poter utilizzare in campagna elettorale per essere rieletti. Chi ha un minimo di cognizione della politica prova non poco imbarazzo a vedere come personaggi come Marzio Leoncini, che da poco si è allontanato dalla casa madre per richieste insoddisfatte, o Lidia Nobili si muovono nel panorama politico locale!
Di politico nel loro comportamento non c'è niente. Solo immagine e piccole furbizie di paese per raccapezzare voti. Eppure il primo, quale assessore all'urbanistica del comune di Rieti è diventato un solido imprenditore dell'edilizia, la seconda, attenta solo alle campagne elettorali a favore del grande capo e di se stessa, ha conseguito una folgorante duplice carriera nella scuola e negli enti locali. Così ora è diventata, senza nemmeno impegnarsi in una campagna elettorale diretta, l'alter ego di Cicchetti nella comica vicenda dell'assessorato regionale promesso ad uno di Rieti dalla Polverini.
Il casus belli a Costini lo ha fornito la nomina di Grassi a commissario della riserva naturale dei Monti Cervia e Navegna, quel Grassi di F.I. che già in precedenza aveva fallito all'ASM. Ma già la diatriba se assessore regionale dovesse essere Cicchetti o la Nobili avrebbe dovuto far scoppiare il bubbone. Così ora è guerra aperta. Costini ha chiamato in causa il Senatore Cicolani (F.I.) e il dott. Tittoni (A.N.), quali responsabili del PDL locale, a dimettersi per protesta contro la nomina di Grassi. Secondo logica Cicolani dovrebbe rimanere al suo posto e Tittoni si dovrebbe dimettere. Ma tutto questo non vuole dire molto.
Ormai siamo al redde rationem, quel che conta è che si è aperto un dibattito politico vero da destra di ciò che accade anche a casa nostra. E questo è un bene perché a Rieti di politica vera non si parla ormai da troppo tempo e non è possibile andare avanti con il vuoto dell'oggi. C'è da auspicare solo che abbiano il coraggio di andare fino in fondo e che si ricordino che esistono anche gli interessi dei cittadini che attendono la risoluzione di alcuni problemi importanti per la convivenza civica.
E tale dibattito è ancor più necessario perché a sinistra accade di peggio. Anche lì di politica non si parla più da decenni. Si pensa solo alla spartizione del potere dove si è in maggioranza e all'inciucio dove si è in minoranza, tanto che anche nel PD si stanno verificando alcune defaillances come quella di Marroni che si è trasferito nelle fine dell'IDV che, per verità, non dimostra di essere meglio del PD come appare dall'ultimo comunicato sul caso Giorgi.
Insomma forse questa calda estate del 2010 potrebbe segnare il punto di svolta di una situazione ormai diventata insostenibile. Ma avranno i nostri eroi la capacità di andare fino in fondo? Costini sembra uscito allo scoperto. Quelli di ex A.N. lo seguiranno? O faranno come gli ex A.N. del Governo che hanno preferito il cadreghino al chiarimento politico? E Buon ferragosto comunque a tutti.