Moreno Imperatori si è trovato ad essere portavoce del PdL reatino, proprio nel momento più ingrato, quando questo partito non riesce a esprimere un solo pensiero, a nessun livello: né comunale (quanti gruppi consiliari PdL esistono?), né provinciale (a Costini ancora brucia il comportamento del PdL alle ultime provinciali), né regionale (aspettiamo da 4 mesi l'assessore reatino), né nazionale (Fini e Tremonti a parte, aspettiamo da 5 mesi il ministro che si dovrebbe occupare della vertenza Ritel).
Moreno Imperatori si è trovato ad essere portavoce del PdL reatino, proprio nel momento più ingrato, quando questo partito non riesce a esprimere un solo pensiero, a nessun livello: né comunale (quanti gruppi consiliari PdL esistono?), né provinciale (a Costini ancora brucia il comportamento del PdL alle ultime provinciali), né regionale (aspettiamo da 4 mesi l'assessore reatino), né nazionale (Fini e Tremonti a parte, aspettiamo da 5 mesi il ministro che si dovrebbe occupare della vertenza Ritel).
Così, la voce del PdL reatino parla sempre del PD; niente di male, visto che il PD stesso poco ne parla.
La ricostruzione dello scenario che egli fa del dibattito sulla legge elettorale uninominale è però alquanto fantasiosa; già stordisce il passaggio in cui Imperatori sostiene che l'intenzione del PD sarebbe di cambiare la legge per far vincere una minoranza, quando poi appena dopo ricorda che già Prodi ha vinto le elezioni con una minoranza e con esattamente questa legge elettorale…
Ma soprattutto, e questo ci interessa maggiormente come radicali, cosa c'entrano Bersani ed il PD con la proposta di uninominale? Sì, su questa proposta radicale da sempre, rilanciata oggi da Marco Pannella, e che ricordiamo sia l'unica su cui il corpo elettorale si sia espresso, c'è qualche outsider nel PD (Ichino, Giachetti, Marino) che si sta spendendo; ma altrettante firme all'appello su uninominale.it vengono da parlamentari del PdL, finiani e non.
Quello su cui invece si è espresso anche il PD, che pur non ha una legge elettorale preferita, è il superamento delle liste bloccate; se Imperatori non vede come questo sistema consegni il parlamento ad un paio di oligarchie partitocratiche e contemporaneamente privi gli elettori non solo della possibilità di scelta della persona, ma anche di una rappresentanza legata al territorio, è davvero un problema suo, perché lo pone oggettivamente in dissintonia con l'opinione pubblica, che invece desidera conoscere, scegliere e caricare di responsabilità la "persona".
Concordiamo che l'uninominale secca non toglierebbe alle oligarchie di PdL e PD la tentazione di catapultare localmente un nome non legato al territorio; ma non c'è dubbio che a fronte di candidati conosciuti e da responsabilizzare, le oligarchie perderebbero voti; questo tanto più quanto la fiducia dei cittadini verso i partiti in sé è ormai ai minimi termini e si ricorre anche qui (vedi le ultime liste provinciali) a liste di fantasia legate a delle persone.
La preoccupazione poi sul fatto che il collegio uninominale consegnerebbe il Sud alle infiltrazioni mafiose, ci fa pensare che egli non veda le mafie avanzare con QUESTO sistema. E non solo a Sud, ma anche in Lombardia, come mostra la vicenda delle connessioni tra PdL pavese e 'ndrangheta; o nelle circoscrizioni estere (ma pilotate dal centro): o l'elezione del senatore PdL Di Girolamo è ormai storia dimenticata?
Francamente, dal portavoce del PdL reatino, ci saremmo aspettati semmai un punto di vista locale, che ci spiegasse come mai il territorio sabino, a fronte dell'indubbio successo del PdL alle ultime politiche, abbia perso metà dei suoi rappresentanti, e quale formula elettorale possa meglio garantirlo in futuro.
Marco Giordani
segretario Sabina Radicale