La strana soluzione per la Riserva dei Laghi: cinghiali alla Caritas

I cinghiali ormai sembrano il motore della politica sabina: a Zappavigna, il neo commissario della Riserva dei Laghi Lungo e Ripa Sottile non deve essere parso vero, di trovare una soluzione ai problemi degli agricoltori: i cinghiali verranno catturati con gabbie, un'azienda umbra li prenderà, ed il 40% andrà alla Caritas reatina.

Tutto bene? Non del tutto: un mare (anzi due laghi) di riserve ci si presentano.

I cinghiali ormai sembrano il motore della politica sabina: a Zappavigna, il neo commissario della Riserva dei Laghi Lungo e Ripa Sottile non deve essere parso vero, di trovare una soluzione ai problemi degli agricoltori: i cinghiali verranno catturati con gabbie, un'azienda umbra li prenderà, ed il 40% andrà alla Caritas reatina.

Tutto bene? Non del tutto: un mare (anzi due laghi) di riserve ci si presentano.

Il primo è che la Statuto della Riserva dice che "è consentito catturare specie animali selvatiche solo a scopo di ricerca scientifica" (e comunque anche in questo caso a determinate condizioni); siamo coscienti che i cinghiali sono un problema, ma lo Statuto (come la Costitizione, come le Leggi) finché c'è, non dovrebbe essere rispettato?

Il secondo è che appena ad aprile, i cacciatori del ATC RI2 definivano il sistema di cattura dei cinghiali con gabbie come "maltrattamento di animali".

Il terzo è che il Parco dei Monti Lucretili (che nella nostra ignoranza immagginiamo ben più affollato di cinghiali che la piana reatina) sta sperimentando un diverso sistema, basato su reti elettriche di recinzione offerte gratuitamente agli agricoltori.

Il quarto è la destinazione degli animali catturati: la Agrincontri, che nel proprio sito (agrincontri.com) si mostra come bucolica azienda agrituristica per caccia fotografica ed in altri (cacciainitalia.com) come azienda venatoria per caccia con arco o carabine, con questo "accordo" otterrà un bell'introito sfruttando tutta la filiera fotografia-caccia (fino a 1500 euro o 11 euro al chilo)-trasformazione; ogni attività economica consentita è lecita, ci mancherebbe, ma ci chiediamo se ci sia stato un bando, per l'aggiudicazione del contratto. Ricordiamo che a gennaio l'Ente Parco della Laga presentava come una risorsa per il parco stesso il cedere carne ad una ditta di Jesi per 1 euro al chilo.

Il quinto è che cosa c'entri la Caritas diocesana in tutto questo. Il commissario si vanta che dall'operazione non verrà niente alla Riserva; perché mai? Perché non può essere la Riserva, che di certo non galleggia nell'oro, ad acquisire preziosi fondi da questa operazione? E se non la Riserva, perché non una delle numerose associazioni (ad esempio la LIPU, il WWF) che con la Riserva possono operare per i fini statutari (tutela, valorizzazione, fruizione, scienza)?

Già qualche giorno fa i consiglieri regionali radicali hanno presentato 5 interrogazioni generali sulla gestione dei parchi e riserve regionali; ora sarà bene presentarne anche una mirata alla nostra Riserva dei Laghi.

Marco Giordani
segretario Sabina Radicale

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