Sabina Radicale si rallegra e ringrazia l’assessore comunale Boncompagni, di cui abbiamo letto sul Corriere di Rieti come abbia preso a cuore il problema dell’Hospice reatino; problema che più volte abbiamo cercato di presentare all’attenzione pubblica, sin dalla sua inaugurazione nel marzo scorso – alla presenza, ci piace ricordare, della nostra Mina Welby.
Boncompagni ha preso infatti l’impegno di sottoporre al nuovo direttore ASL questa che definisce addirittura una priorità.
Sabina Radicale si rallegra e ringrazia l’assessore comunale Boncompagni, di cui abbiamo letto sul Corriere di Rieti come abbia preso a cuore il problema dell’Hospice reatino; problema che più volte abbiamo cercato di presentare all’attenzione pubblica, sin dalla sua inaugurazione nel marzo scorso – alla presenza, ci piace ricordare, della nostra Mina Welby.
Boncompagni ha preso infatti l’impegno di sottoporre al nuovo direttore ASL questa che definisce addirittura una priorità.
Tanto più ringraziamo l’assessore in quanto ci si saremmo aspettato che l’iniziativa venisse dai nostri consiglieri o assessori regionali, in quanto la auspicata apertura dell’Hospice chiederà una modifica al piano della Polverini.
Il piano infatti prevede esplicitamente aperture di Hospice in altre ASL, tra cui uno privato a Guidonia ed uno a Monterotondo; ma esplicitamente non prevede la apertura di quello reatino, pur dichiarando che quello ospedaliero sia da potenziare: “per quanto riguarda l’Hospice, pur non esistendo formalmente nella ASL alcuna struttura specificatamente dedicata a tale ambito assistenziale, presso l’ospedale San Camillo De Lellis è in funzione un servizio di cure palliative residenziali dotato di 4 p.l. che è da regolarizzare e potenziare nel numero di p.l. residenziali”.
Ora che finalmente il problema è stato posto, e non dai soliti radicali, ci auguriamo ed aspettiamo che Boncompagni e (sicuramente) Gianani trovino una sponda in Nobili, Cicchetti, Sentinelli e magari anche Gatti.
Marco Giordani
segretario Sabina Radicale