Se siamo costretti a tornare sul tema dell'Hospice di Rieti, non è solo per l'interesse che questa "struttura di civiltà" sta suscitando in città, ma anche per chiarire le inesattezze che si leggono sull'argomento. Se la nota dell'assessore Boncompagni era precisa ed asciutta, il richiamo del cislino Pescetelli faceva della confusione laddove diceva "al momento non è dato sapere se, presso i presidi di prossimità Grifoni di Amatrice e Marini di Magliano Sabina, sono state previste altre strutture di hospice".
Questo mi stupì da parte di chi, come Pescetelli, aveva certamente studiato bene il piano di rientro sanitario della Polverini che testualmente dice il contrario: "in virtù di tali considerazioni" (e cioè che esiste quello ospedaliero di Rieti), "non si ritiene opportuno allocare la funzione di Hospice in tale presidio" per quanto riguarda Magliano, aggiungendo per buon peso "(presidio) così periferico rispetto al bacino di utenza della intera ASL di Rieti" quando si parla di Amatrice.
Ma molto di più stupisce leggere le dichiarazioni di Lidia Nobili, come riportate dalla stampa – e non corrette l'indomani – che riportano che "la Nobili arricchisce il tema precisando come «il rapporto debba essere di 1 a 4 in relazione ai posti letto e siccome il nuovo e inattivato Hospice presso l’ex ospedale psichiatrico sarebbe per 10 posti letto, in tutto il territorio del Reatino (ossia nei decantati -dalla trascorsa gestione Asl- e inesistenti Distretti) non potrebbero esserci meno di 40 posti letto»".
"Campa cavallo" afferma a commento il cronista; ed a ragione, perché anche all'immaginifica Lidia sarebbe bastato, prima di conferire con Gianani, riandare al piano di rientro sanitario della Polverini (che certamente la consigliera avrà letto e più volte) il quale a pagina 7, presentando i moduli funzionali di un generico Ospedale Distrettuale, cita il modulo Hospice come "con estensione dell’attività di cure palliative anche a domicilio secondo quanto disposto dal D.C.A. 22/2009 e cioè 4 assistiti a domicilio per ogni p.l. in Hospice".
È questo un dato di target della regione Lazio, fissato dal suddetto Decreto Commissariale ad Acta del 2009 (di Marrazzo), che "decreta di revisionare il rapporto tra posti residenziali e trattamenti domiciliari dall'originario 1 a 3 al nuovo 1 a 4"; l' 1 a 3 era fissato dalla Deliberazione di Giunta Regionale 315/2003 (Storace). Dunque, ci saranno sì 40 posti letto, ed anche di più, ma a casa dei malati, dovunque essi siano.
Chiarito questo, Gianani, la Polverini e la Nobili debbono solo dare date certe per l'apertura dell'Hospice, visto che anche nel decreto 84/2010 del Commissario Polverini, coevo al piano, "si ravvisa in particolare la necessità di implementare la dotazione di posti letto nella ASL di Rieti portando l’offerta a 10 p.l. residenziali e completandola con l’attivazione delle cure palliative domiciliari". Ma quando?