Sono stati riportati in questi giorni da diversi giornali locali i dati forniti dalla UIL Penitenziaria sui dati di affollamento delle carceri italiane e laziali per quanto ci interessa. Tutti evidenziano il caso del carcere di Rieti, in cui è aperto uno solo dei cinque reparti, e riportano come questo ne faccia una struttura non sovraffollata.
Sono stati riportati in questi giorni da diversi giornali locali i dati forniti dalla UIL Penitenziaria sui dati di affollamento delle carceri italiane e laziali per quanto ci interessa. Tutti evidenziano il caso del carcere di Rieti, in cui è aperto uno solo dei cinque reparti, e riportano come questo ne faccia una struttura non sovraffollata.
Questo è falso: non sarebbe sovraffollata se si contassero i detenuti come se fossero ospitati in cinque reparti; ma così non è, e la situazione era stata più dettagliatamente fotografata in Ottobre dalla stessa UIL Penitenziaria: «ci troviamo già di fronte ad un grave sovrappopolamento. Nelle celle originariamente previste ad ospitare un detenuto ve ne sono due, e in qualche caso tre, e in quelle costruite per due ve ne sono quattro. Pertanto rispetto ai 56 posti regolamentari per gli ambienti attualmente disponibili, stamani erano presenti 105 detenuti».
Cosi stante le cose, l'indice di sovraffollamento è quindi del 87% (vale a dire per 100 detenuti previsti, ce ne sono 187): il più elevato della regione.
Invero quello di Rieti non è il solo caso in Italia di carcere pronto ma vuoto. Esso è la dimostrazione di come il piano di costruzione di nuove carceri, rimasta l'unica soluzione offerta dal governo dopo che PD, IDV e Lega hanno affossato il decreto che consentiva di scontare ai domiciliari l'ultimo anno di detenzione, serva solo a girare soldi verso imprese amiche (è emergenza, quindi adesso non servono più gare di appalto). Per esempio, per restare in zona, chi ha costruito il Carcere di Rieti, costruirà i capannoni del Polo Logistico di Passo Corese.