L’anagrafe pubblica degli eletti è un’iniziativa del mondo radicale, lanciata nel 2008 per rendere trasparente la vita amministrativa e dare quindi al cittadino la possibilità di “conoscere per deliberare”.
L’anagrafe pubblica degli eletti è un’iniziativa del mondo radicale, lanciata nel 2008 per rendere trasparente la vita amministrativa e dare quindi al cittadino la possibilità di “conoscere per deliberare”.
Sintetizzando, essa chiede che siano pubblicati, di ciascun eletto e nominato, una serie di dati come: gli incarichi elettivi ricoperti nel tempo; la dichiarazione dei redditi e degli interessi finanziari relativi all’anno precedente l’elezione, agli anni in cui ricopre l’incarico e a quelli successivi; questo consente all’elettore di dare indicazioni di che effetto l’incarico ricevuto potrebbe avere avuto sul patrimonio. Anche la dichiarazione da parte dell’eletto dei finanziamenti ricevuti e delle spese va in questa direzione, giacché appare spesso incomprensibile come alcuni candidati affrontino campagne elettorali con spese sproporzionate al loro reddito ed alla indennità di cui usufruiranno.
Di ancor maggiore importanza sono però gli altri dati di cui è richiesta la pubblicazione: gli atti presentati con iter fino alla conclusione, il quadro delle presenze ai lavori e i voti espressi; questo consente al cittadino di controllare, a mano a mano che l’eletto esplica il suo mandato, le specifiche iniziative e anche quanto queste corrispondano al suo programma elettorale ed alle dichiarazioni pubblicamente rese. Tutto questo pensiamo sia utile a riavvicinare il cittadino alla politica in una maniera sana, senza demagogie e populismi.
Si noti poi che la richiesta è in realtà di un’anagrafe Pubblica degli eletti “e dei Nominati”, per esempio nelle aziende partecipate, comunità montane, consorzi bonifica; inoltre, l’accentazione è sul “Pubblica”, vale a dire i dati debbono essere accessibili in maniera semplice, facilmente incrociabili, storicamente mantenuti.
Nel settembre 2008 questa proposta fu indirizzata, con lettera personale, anche al sindaco di Rieti, che la accantonò. Sabina Radicale lo ricordò al Sindaco nell’ottobre del 2009.
A maggio del 2010, per meritoria iniziativa dei consiglieri Marroni e Paggi, l’Anagrafe Pubblica degli Eletti fu formalmente proposta come delibera. C’è voluto un po’ di tempo per discuterne, ed alla fine la discussione arrivò il 7 marzo del 2011.
Fu questa una strana discussione, che non entrò gran che nel merito e che, a parte i presentatori, vide sostanzialmente un accordo bipartisan sul non parlarne perché era argomento da “commissione statuto” e/o perché non era nulla di innovativo, in quanto è già dovuto per legge (la 441/1982) che i consiglieri depositino la propria situazione patrimoniale; entrambe le osservazioni emersero subito, sin dal primo intervento (subito dopo il relatore) che fu di Simone Petrangeli. In tutta la discussione, il solo Benito Valeri si dimostrò curioso di cosa altro ci fosse nella proposta oltre la pubblicità delle dichiarazioni dei redditi: “avrebbe capito l’elettore quale consigliere lavorava e quale no?”.
Alla fine, per l’insistenza dei due proponenti Paggi e Marroni il testo fu votato, ma solo come ordine del giorno e solo sul “principio generale”, rimandando la sostanza alla discussione in Commissione Statuto. L’accordo di non parlarne fu bipartisan ma per differenziarsi un po’ l’opposizione votò sì alla raccomandazione, mentre la maggioranza si astenne; unica eccezione ancora Benito Valeri di Forza Italia che, in coerenza con l’interesse manifestato, votò sì.
Come si diceva, larga parte della discussione fu sul fatto che la legge prescriva già che i consiglieri depositino annualmente il loro stato patrimoniale; questo tema nascose tutto il resto ben più interessante: la pubblicità dei lavori e dell’attività dei consiglieri. Peraltro si rilevò anche che ben pochi depositavano questo stato patrimoniale dovuto per legge e il Presidente Turina si prese l’incarico “di fare in modo che vengano acquisite tutte le documentazioni previste per legge, quindi la relativa pubblicazione”.
Chi erano quei ben pochi che depositavano questi dati? da un articolo di Marco Fuggetta apparso a fine settembre 2011 sul Tempo “nel 2007 e 2008, sembra che l’unico tra i consiglieri a consegnare il 730 sia stato l’ex sindaco Paolo Tigli (Rieti Viva), nel 2009 si sono aggiunti Paggi (Fli) e Vassallo(ex Udeur) e nel 2010 Imperatori (Pdl)”. Per quanto riguarda la “relativa pubblicazione” di cui Turina si prese carico e che la legge richiede, essa ancora non avviene, visto che il sito istituzionale del Comune non la riporta. Benché “pubblicare” sia qualcosa di diverso dal “rendere disponibili”, per verificare se questi dati siano almeno siano disponibili a chi voglia consultarli, a metà febbraio abbiamo formalmente chiesto l’accesso (di cui siamo ad oggi ancora in attesa).
Nel frattempo, a seguito della discussione, l’attivo presidente della commissione statuto Moreno Imperatori il mese successivo porta in consiglio un apposito regolamento per l’Anagrafe Pubblica degli Eletti, regolamento che poi verrà richiamato nello Statuto approvato ad Ottobre. Ci vorranno però 11 mesi, ed un richiamo dello stesso Imperatori, perché ci si degni di portarlo in Consiglio, peraltro votandolo senza grandi discussioni.
Dunque l’anagrafe pubblica degli eletti teoricamente c’è. Vediamo cosa, però: questo regolamento si tiene ben al di sotto di quanto proposto dai radicali e ripreso da Paggi e Marroni: 10 articoli su 11 ribadiscono l’obbligo di legge della 441/1982, inclusa la pubblicazione solo in un “bollettino” consultabile (quindi non su internet); per quanto riguarda poi il cuore della proposta, e cioè la accessibilità e tracciabilità degli atti amministrativi, si prevede un vago obbligo del comune per la “pubblicizzazione”, senza specificare il come.
Quali conclusioni trarre da tutto ciò?
Per quanto riguarda i dati patrimoniali, dubitiamo che questi dati li vedremo: come tutti ricordavano, la legge già c’era, e pochi la rispettavano; perché dovrebbero farlo adesso? La “pena” sembra solo il darne notizia al primo Consiglio Comunale.
Per quanto riguarda i dati sulle attività amministrative, quanto approvato può certamente essere considerato un passo avanti, ma la chiave della proposta è nella reale disponibilità ai cittadini (che non è garantita) e nella leggibilità dei dati (cosa su cui la corrente amministrazione non da alcun affidamento).
Né maggiore speranza della implementazione della proposta ci viene dalle opposizioni: lo stesso candidato Sindaco Petrangeli, che avevamo visto essere stato il primo a dire “sì, ma parliamone dopo e meglio”, non risulta avere mai presentato (almeno fino allo scorso anno) la propria situazione patrimoniale dovuta per legge; e peraltro nel 2011 risulta aver partecipato a solo 2 delle 88 sedute della commissione cui aveva proposto di rimandare la discussione. Questo non gli impedisce di mettere sul suo sito, nel primo punto del programma: “realizzare l’Anagrafe degli Eletti”.
Né essa è stata implementata in Provincia, dove la stessa coalizione Petrangeli è al governo, benché essa sia stata votata integralmente nel dicembre 2010.
Ecco perché i cittadini di Rieti Virtuosa hanno deciso di presentarsi alle elezioni fuori dalle coalizioni di sinistra, di centro e di destra: perché non abbiamo solo guardato alle dichiarazioni che si fanno e che si leggono, ma anche ai comportamenti tenuti.
Per la prossima legislatura, come Rieti Virtuosa prendiamo l’impegno di disporre (o proporre se non saremo al governo) modifiche per la effettiva attuazione di questo strumento e comunque di vigilare che esso sia implementato e la legge rispettata.
Marco Giordani,
membro Rieti Virtuosa
segretario Sabina Radicale