Il circolo SEL di Fara Sabina si chiede cosa ci sia da dire sul comportamento di SEL riguardo il Polo della Logistica. Quello che c'è da dire è che, pur dichiarandosi critica (variamente critica: dapprima fortemente il circolo di Montopoli ma poi, un po' più sfumatamente e in vista delle comunali, anche il circolo di Fara), SEL subì/accettò il ricatto/invito dei padroni della coalizione PD e si unì elettoralmente, dopo un lunghissimo tira e molla in cui pure tutti i suoi ultimatum furono rigettati, alla coalizione volta alla rielezione del sindaco Mazzeo. Unione fortemente richiesta anche dai sindacati unitari che la considerarono «condizione necessaria per garantire la continuità rispetto al buon esito dei grandi progetti già in cantiere, tra i quali particolare rilievo è dato al cosiddetto Polo della logistica».
Dopodiché, da SEL il silenzio sul tema del Polo della Logistica. Il circolo SEL chiede poi cosa abbiano fatto in questo ultimo anno Sabina Radicale e le associazioni riguardo il Polo; su questo li rassicuriamo, invitandoli a rispolverare le tematiche relative leggendole sul recente bel numero di Sabina magazine (che contiene anche aspetti finora non raccontati come l'opaca gestione dell'ICI dei terreni espropriati).
La divulgazione del caso è importante, perché in fin dei conti questa storia è troppo poco conosciuta. Il 1° Maggio scorso Rieti Virtuosa ha organizzato una presentazione della storia (la prima a Rieti) e sarà il caso di ripeterla; probabilmente nuovo interesse si solleverà dopo che, proprio domenica 3 Giugno, i telespettatori ne sentiranno parlare Report su RAI3. Dopodiché, al di là della necessaria divulgazione, non c'è più molto da fare, blaterare ed inveire: tutti i fatti ed i dati sono stati raccolti ed ordinati e sta ora alle procure pronunciarsi.
I progressi sembrano invece pochi per i lavori sull'immensa area. L'articolo di Sabina magazine si chiude proprio con questa considerazione: «Persone e mezzi non se ne vedono quasi più, il paesaggio devastato e squarciato ci regala un intollerabile Armageddon sabino, dove regna un immobilismo che assomiglia all’attesa messianica di un qualche imprecisato evento risolutore. Infine il gigantesco campo pozzi per il prelievo dell’acqua, soprannominato dagli abitanti “il sarcofago”, giace come un immenso mausoleo di cemento in piena zona agricola, emblema di un modello di sviluppo pervaso di avidità e follia, completamente controproducente ed estraneo alla vocazione e all’economia del posto».
A cosa sia dovuta questa stasi, non sappiamo. Di certo non agli "ambientalisti", secondo quanto confermato nel novembre scorso dal Ministro Galan: «i ritardi lamentati per la realizzazione del Polo della logistica non sono imputabili alla soprintendenza per i beni archeologici del Lazio, bensì eventualmente alle problematiche e alla tempistica che esulano dalla competenza della stessa che ha, invece, un compito di supervisione».
Ad un certo punto, ad agosto, sui progressi del Polo si era perso anche Mazzeo: «ad oggi non si capisce con chi si stia relazionando la maggioranza sulle grandi questioni come [..] il polo della logistica». Chi, nella coalizione destra-sinistra che compattamente gestisce l'affare, avesse notizie, ci faccia sapere.
Marco Giordani, segretario Sabina Radicale