Barriere Architettoniche: prendiamoci l’impegno.

Si stanno tenendo a Rieti anche quest’anno anno una serie di manifestazioni sotto l’insegna di “Rieti città senza barriere”. Come lo scorso anno, ne approfittiamo per ricordare come tutte le nostre amministrazioni siano ancora inadempienti nella redazione dei PEBA (Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), obbligo di legge sin dal 1987.

Inadempiente è anche la Regione, che “trascorso il termine previsto” avrebbe dovuto nominare “un commissario per l’adozione dei piani di eliminazione delle barriere architettoniche presso ciascuna amministrazione”.

Lo scorso anno, come Associazione Luca Coscioni, rivolgemmo la sollecitazione ai candidati alle elezioni comunali; oggi la rivolgiamo, oltre che agli amministratori, ai candidati alle politiche e regionali.

Per aderire all’impegno, invitiamo i candidati a rispondere su https://www.tivotosetiimpegni.it/risposte-candidato alla domanda proposta loro dalla Associazione Luca Coscioni: “Disabilità: si attiverà per imporre a tutti i comuni l’adozione dei Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche e arrivare alla piena equivalenza in ogni sede della firma digitale con la firma autografa?”.

Noi, candidati nelle circoscrizioni di Rieti, ci impegneremo a chiedere anche in Regione l’osservanza della legge, ed in Parlamento per una ricognizione sulla effettiva applicazione della legge ed a proporre gli evidentemente necessari correttivi perché essa possa essere attuata.

RIETI, 24 Febbraio 2018

Marco Gentili – capolista +Europa Camera– copresidente dell’Associazione Luca Coscioni

Massimiliano Iervolino – capolista +Europa Senato

Giada Cerboni, Marco Giordani – candidati +Europa Regionali

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L’appello dello scorso anno di Sabina Radicale:

Barriere Architettoniche: sensibilizzare anche gli amministratori al rispetto della legge

Adesione all’iniziativa UIL per AltaVelocità ad Orte

Aderisco all’iniziativa della UIL per una fermata del FrecciaRossa ad Orte.

Mi unisco alla richiesta, che è da rivolgere in primis alla Regione Lazio; questo sia per i territori e la stazione coinvolti, sia per dare l’avvio ad una interlocuzione costante con le Regioni vicine (in questo caso l’Umbria).

In questo senso +Europa ha portato da Rieti alla coalizione a sostegno di Zingaretti la richiesta che “sul piano delle Macro-regioni, un loro possibile futuro ridisegno dovrà vedere il Lazio parte attiva nei tavoli con le altre regioni e partecipata nei territori.”

Ringrazio la organizzazione sindacale, da tempo coraggiosa nel porre temi di sviluppo che prescindono dai confini amministrativi e politici e mi auguro che questo appello possa introdurre il tema anche all’interno della campagna elettorale regionale.

Marco Giordani – candidato regionali per +Europa con Emma Bonino – circoscrizione di Rieti

Per i decreti attuativi e per il garante comunale di Rieti

I sottoscritti raccolgono l’appello del Coordinamento dei Garanti delle persone detenute a sostenere la mobilitazione per l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri del 22 febbraio, dei decreti attuativi della riforma dell’ordinamento penitenziario.

Il sostegno si concretizzerà in uno sciopero della fame nel giorno 22 stesso.

La mobilitazione, indetta da Rita Bernardini del Partito Radicale con il suo sciopero di quasi un mese, è stata fatta propria anche da oltre 10.000 detenuti ristretti nelle 190 carceri italiane. E’ particolarmente importante non deludere le aspettative dei detenuti, che massicciamente hanno ormai scelto la strada della non violenza a quella delle rivolte di un tempo.

Questa riforma, che rischia di naufragare qualora il governo non si assuma la propria responsabilità, aumenterebbe, oltre che la dignità dei detenuti, la sicurezza dei cittadini liberi, come dimostrano tutti gli studi e statistiche sul tema.

I sottoscritti auspicano inoltre l’avvio, tra le deleghe ancora in sospeso, di quella sul lavoro penitenziario che rappresenta il più grave deficit dell’istituto di Rieti, come emerso nella visita condotta lo scorso ottobre in compagnia dei consiglieri comunali Lodovica Rando, Ettore Saletti, Mauro Rossi.

A questo proposito, tornano a chiedere alla amministrazione comunale di Rieti di procedere senza indugio all’avviso pubblico di selezione per la individuazione del Garante dei Diritti delle Persone private della libertà personale, figura istituita nel maggio 2013 dalla passata amministrazione e non attuata.

 

  • Carmen Silipo – candidata uninominale Senato per Potere al Popolo
  • Giada Cerboni – candidata Regionali per +Europa con Emma Bonino
  • Marco Arcangeli – avvocato penalista
  • Marco Giordani – candidato Regionali per +Europa con Emma Bonino

 

Regionali: a Rieti non ha senso dare un voto disgiunto.

Quest’anno ci troveremo a votare insieme per politiche e regionali. Sono due sistemi molto diversi, ma che hanno delle similitudini perché presentano dei simboli collegati a dei nomi: il candidato uninominale per le politiche, il candidato presidente per le regionali.

Non c’è ancora sufficiente informazione su come si possa esercitare il voto per le politiche. Per l’esercizio di voto due saranno le differenze: che alle regionali si possono esprimere preferenze e che alle politiche non è possibile il voto disgiunto (cioè ad un candidato ed ad una lista che non gli è collegata).

Quello che voglio spiegare è però perché, qui a Rieti, non abbia alcun senso pratico disgiungere il voto per le regionali, qualora con ciò si voglia sostenere la elezione di un certo candidato consigliere.

Il motivo è che, come ho avuto già occasione di spiegare, a Rieti verrà eletto un solo consigliere regionale, quello della lista più votata della coalizione vincente a livello regionale. La conseguenza è che (sono solo esempi!) se ci fosse qualcuno che auspicasse Petrangeli come consigliere regionale ma preferisse Pirozzi come presidente, questo elettore non potrebbe vedere mai soddisfatte entrambe le opzioni espresse con il voto disgiunto. Di più: renderebbe più debole in Consiglio il presidente che ha scelto, qualora questi vincesse.

Il voto disgiunto è una ottima cosa, che manca alla legge elettorale nazionale e la rende davvero brutta. Esso verrà usato per le regionali (non credo molto in questa elezione) ma ha senso solo per le altre province, che possono eleggere consiglieri fuori dal premio di maggioranza (ex listino bloccato). Non a Rieti.

Credo che nella prossima legislatura regionale bisognerà chiedere una legge elettorale più rispettosa dei territori (anche le altre province sono stati, anche se diversamente, penalizzati).

Nel frattempo credo sia meglio, anche per non confondersi tra le tre schede, dare il solo voto al simbolo; per le regionali si potrà poi esprimere la preferenza per uno/a o entrambi (sic!) i candidati.

La nuova legge elettorale regionale: come funzionerà per Rieti?

di Marco Giordani – candidato alle regionali per +Europa con Emma Bonino

 

La Provincia di Rieti, si sa, ha poco peso elettorale (il 3%) a fronte dell’intera regione Lazio. Un problema che ne deriva è la scarsa rappresentanza politica in sede di consiglio regionale, che stiamo per andare a rinnovare il 4 Marzo con una legge elettorale modificata.

In queste righe, cerchiamo di spiegare i meccanismi per cui questa rappresentanza, già esile, si è ulteriormente ridotta in questi ultimi anni. E cosa ciò comporta.

Andiamo un passo indietro negli anni: nelle elezioni del 2005 e del 2010, venivano eletti 56 consiglieri con il metodo proporzionale, il che significa pressappoco uno ogni 80mila abitanti. In questa condizione, Rieti ne aveva “destinati” 2 ed in effetti 2 gliene furono “assegnati” sia nel 2005 che nel 2010 (in entrambi i casi Cicchetti per la destra e Perilli per la sinistra). Il listino del Presidente garantiva poi un terzo consigliere (rispettivamente Massimi e Nobili) che “apparteneva” al presidente vincente a livello regionale.

Nel 2013 è accaduto che, a causa di un punitivo provvedimento nazionale (la cui causa prima fu la allegra gestione delle spese dei gruppi regionali, evidenziata dal gruppo radicale durante la Presidenza Polverini) il numero di consiglieri fu diminuito a 50, di cui 40 anziché 56 da “eleggere”.

La “destinazione” dei seggi è proporzionale alla popolazione residente e a Rieti con 155mila abitanti viene “destinato” un seggio, servendone uno ogni 137mila per i 40 eletti per i 5.502mila del Lazio (dati del censimento del 2011, che sarà ancora utilizzato).

Averlo come “destinato” non comporta però che esso verrà “assegnato”. Infatti per la legge elettorale nazionale su cui quella regionale si appoggia – e che comunque avrebbe potuto modificare, avere la sicurezza di un seggio è impossibile: un seggio “pieno” verrebbe infatti assegnato alla lista che, da sola, passasse il 50%.

A dire il vero anche il 33% (soglia fino al 2010) era un obiettivo alto, e quindi a Rieti venivano assegnati solo seggi come “migliori resti dal quoziente pieno”. Solo che dal 2013 le soglie si sono alzate a tutte le circoscrizioni e di conseguenza i nostri resti (immutati) debbono concorrere con resti delle altre circoscrizioni, che sono più consistenti per tutte le liste che nelle altre province arrivavano ad un seggio pieno ed adesso no.

A conseguenza di ciò, nel 2013 Rieti ha avuto in consiglio un solo rappresentante della provincia, che veniva dal listino del Presidente vincitore.

Quindi, riassumendo Rieti è passata da 2+1 del 2005 e 2010, ai 0+1 del 2013; che però, in condizioni di diversi risultati delle liste in provincia o altrove, poteva anche essere 1+1.

Cosa prevede oggi invece la nuova legge elettorale, che elimina l’antipatico “listino?

Prevede che i “10 del Presidente” del premio di maggioranza non verranno presi da un listino (dove per legge almeno uno era per provincia) ma dalle liste vincenti. Alle quali vengono assegnati proporzionalmente e con un meccanismo che rende praticamente impossibile che uno di questi venga da fuori Roma! Tutte le province perderanno il loro rappresentante nei “10 del Presidente”! Non si sa come dalle province abbiano accettato ciò, ma questo sarebbe altro discorso.

A quel punto tutti immaginiamo avranno guardato verso Rieti, che quasi certamente non avrebbe visto nessuno della provincia in consiglio regionale. E allora hanno ovviato con la “clausola Rieti”: se non dovesse uscire il consigliere reatino (come pressoché matematico: il PD non lo ottenne nel 2013 nonostante il 33% dei voti!) gliene verrà assegnato uno dei “10 del Presidente”.

La conseguenza è che se nel 2013 Rieti poteva avere 1 o 2 rappresentanti, nel 2018 è certo che ne avrà solo 1.

Né il fatto che non sia “nominato” ma eletto compensa pienamente il danno: infatti, come per il listino, esso verrà assegnato non alla lista con più voti nella provincia e quindi rappresentativa della maggioranza dei reatino/sabini, ma a quella con più voti nella provincia fra quelle che appartengono alla coalizione vincente in regione.

Cosa comporta questo meccanismo, a parte la progressiva perdita di rilevanza ed anche rappresentanza della nostra provincia nel consiglio regionale? Comporta che l’obiettivo sia certamente di vincere a livello regionale; ma essendo coscienti che questo solo relativamente dipende da Rieti, la quale muove il 3% dei voti, e dove la differenza tra destra e sinistra rappresenta lo 0,2%-0,4% dei voti totali. Quello che per molti/troppi dunque conterà sarà solo arrivare prima degli altri della propria coalizione, per andare in consiglio.

In questa situazione, una volta che ci siamo arrivati e fino al prossimo ineludibile riordino territoriale, come comportarsi?

La classe politica locale dovrebbe, a nostro avviso, portare a Roma non i propri voti come vassalli ma le proprie qualità e progettualità; gli elettori dovrebbero orientare il proprio voto non secondo candidati locali ma secondo progetti regionali, che possano essere portati avanti anche da altrove, da partiti dove ci sia comunanza di visione e progetti e non mera raccolta di consensi dai territori.