TSO, carcere e migranti.

Leggiamo che Chicco Costini auspica che ai migranti con problemi psichiatrici non si applichi il TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) ma il carcere.

Costini, che fa il medico in carcere, mesi fa criticò che Sabina Radicale avesse riportato le perplessità dell’amministrazione penitenziaria sui troppi TSO disposti nei confronti di detenuti.

Oggi, criticando Cicchetti, Tribunale e Prefettura (questi ultimi che però non c’entrano con i TSO, e tacendo dei colleghi medici che lo propongono al Sindaco), Costini auspica che i migranti a cui vengono diagnosticati chiari segni di squilibrio mentale vengano arrestati anziché sottoporli a TSO.

Ci dovrebbe spiegare se poi, una volta in carcere, li cureranno medici generici, agenti penitenziari, o camerati detenuti. O disporremmo un TSO ma dal carcere? Noi crediamo che le persone con problemi psichiatrici debbano essere curate e nel contempo la comunità debba essere tutelata dalla loro pericolosità.

E’ esattamente quello che ci impone la Costituzione, articolo 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Né la Costituzione né il giuramento di Ippocrate – per i medici che lo hanno pronunciato, limitano questo dovere ad una specifica etnia.

Marco Giordani
Segretario Sabina Radicale

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