C’è anche Rieti, nella mobilitazione nazionale per sollecitare il Parlamento sulla discussione della legge sull’Eutanasia Legale, che in 50 giorni dall’;inizio dell’iter è stata trattata solo per 3 ore.
Un ritardo preoccupante, visto che il 24 settembre 2019 scadrà il termine che la Corte Costituzionale, a seguito del processo a Marco Cappato per il caso DJ Fabo, ha dato al Parlamento per una legge che estenda le tutele costituzionali anche alle persone che chiedono di essere aiutate a porre fine alla propria vita, a causa di una condizione di sofferenza insopportabile nel quadro di una malattia irreversibile.
Rieti non poteva mancare, essendo stati due nostri cittadini protagonisti di questa battaglia: Gildo Balestrieri che, da malato, ne volle nel 2012 essere testimonial nazionale; più recentemente il 40enne M.P. che ha dovuto trovare nel modo peggiore una pace alle proprie sofferenze. Sono due dei 649 contatti non anonimi verso l’Associazione Luca Coscioni in 4 anni, con richieste di informazioni sul tema: quasi 13 al mese.
Ai tavoli si potranno chiedere informazioni sulla nostra Proposta di Legge di Iniziativa Popolare, sottoscritta da 130mila cittadini, ed anche sul biotestamento, che è già legge e già operativo anche a Rieti; si potrà firmare un appello a Parlamentari ed ai capi dei principali partiti.
La richiesta rivolta ai Parlamentari è che essi aderiscano al ”Inter-gruppo per Le Scelte di Fine Vita”, che conta oggi 71 parlamentari, tra cui il 13% dei deputati M5S e l’11% dei deputati PD. Per ora, dei quattro parlamentari locali, solo Alessandro Fusacchia ne fa parte. Il nostro appello da reatini si rivolgerà quindi anche a Gabriele Lorenzoni e Fabio Melilli affinché si aggiungano ai loro compagni di partito ed a Paolo Trancassini, che sarebbe invece il primo fra i suoi.
L’appuntamento è per il pomeriggio di Sabato e la mattina di Domenica, al Ponte Romano-Piazza Cavour.
Carcere di Rieti: buona notizia l’attenzione di Governo ma necessaria anche dalla Regione
Sabina Radicale e il Gruppo +Europa Rieti ringraziano la Polizia Penitenziaria del carcere di Rieti, la cui agitazione è riuscita ad attirare sul carcere l’attenzione del Prefetto, rappresentante del governo sul territorio.
Sono infatti di competenza del governo la maggior parte delle criticità segnalate dai sindacati. Governo che ha promesso, per il 2019, 1300 nuovi agenti e 44 milioni per le strutture. In particolare per questi ultimi, non sappiamo però quanti possano ricadere su Rieti, visto che la struttura è sicuramente una delle più nuove ed efficienti e che sono in piano nuove carceri, da costruire o da convertire.
Buona notizia anche che, per la prima volta a nostra memoria, il PD cittadino e il Consigliere Regionale Refrigeri si siano occupati della nostra Casa Circondariale.
Purtroppo poco ci possiamo aspettare da questo impegno per quanto riguarda i problemi evidenziati dai lavoratori, essendo esso di competenza del DAP e del Ministero di Giustizia. Meglio sarebbe stato occuparsene nella passata legislatura a guida PD; ed anche nella passata consiliatura comunale, per la quale ricordiamo che alla formale istituzione della figura del Garante Comunale dei Detenuti non fu dato alcun seguito pratico.
Dove invece possiamo e vogliamo aspettarci qualcosa è nell’aspetto “Sanità”, il quale è di competenza ASL, e quindi Regionale.
Come fu già evidenziato nelle ultime visite organizzate da Radicali Italiani con la presenza di consiglieri comunali e provinciali, è questo il maggiore ed irrisolto problema. Quello della sanità penitenziaria è un problema che incide pesantemente anche sul personale: per le traduzioni in Ospedale, per i compiti che esso si deve assumere internamente in supplenza dei sanitari, ma soprattutto per la critica situazione psichiatrica, richiamata dal comunicato stesso della agitazione: “chiediamo l’immediato trasferimento di tutti quei detenuti con problemi psichiatrici”.
Ci aspettiamo quindi dal PD, il cui segretario nazionale è tuttora il Commissario alla Sanità del Lazio, un intervento davvero non più rinviabile, specificamente su questo aspetto
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Estratto dal rapporto della visita del Giugno 2018:[..] Altro annoso problema dell’Istituto è la assenza colpevole da parte della ASL: ad esempio per la carenza del supporto psichiatrico: le 18 ore settimanali – quando garantite- si concretizzerebbero, su 238 detenuti in terapia psichiatrica, in 3 minuti a testa; non c’è inoltre un psicologo per prendere in carico i nuovi arrivi. Trattamenti Sanitari Obbligatori vengono richiesti (e sottoscritti dal Sindaco) in un numero di che è giudicato eccessivo e forse con troppa leggerezza vengono disposte delle “sorveglianze a vista” il cui onere inevitabilmente ricade sulla polizia penitenziaria.Di notte non ci sono infermieri a supporto del medico di guardia, ma soprattutto la ASL non fornisce una serie di prestazioni specialistiche (otorino, dermatologo, oculista, urologo) le quali richiedono di spostarsi in Ospedale anche per situazioni facilmente risolvibili in ambulatorio (misurazione della vista, rimozione di un tappo di cerume, esame di una verruca). Questo è un aspetto particolarmente grave perché comporta che ben 3 agenti siano distaccati per scortare il paziente, in una situazione in cui la polizia penitenziaria è in carenza di oltre 50 agenti (a fronte di 70 detenuti oltre la capienza massima). [..]