Al Presidente del Consiglio dei Ministri
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Oggetto: inadempienza dell’Italia riguardo la sentenza del Comitato per i Diritti Umani dell’ONU?
Signor Presidente, le scrivo ad esatti 50 anni dalla legge che istituiva il Referendum ad iniziativa popolare.
Le scrivo perché, come lei spero sappia, il 28 Novembre 2019 il Comitato per i Diritti Umani dell’ONU ha sentenziato l’Italia per “irragionevoli restrizioni al diritto di chiamata per una iniziativa di referendum popolare”.
Il riferimento della sentenza, che le accludo per sua comodità, è CCPR/C/127/D/2656/2015.
La causa fu promossa da Mario Staderini e Michele de Lucia, al tempo della iniziativa di referendum (2013) segretario e tesoriere di Radicali Italiani.
La sentenza obbliga tra l’altro lo Stato Italiano ad evitare in futuro le violazioni rilevate
Le violazioni alle quali in particolare questa nuova legislazione dovrà porre rimedio sono la insufficiente pubblicità della iniziativa, l’indisponibilità di autenticatori, la indisponibilità dei luoghi dove poter firmare.
Io stesso verificai – ed è stato riportato nella sentenza – che, nel corso di una campagna di raccolta firme nel 2013, questa fosse ostacolata dalla indisponibilità del mio comune a permettere la firma nei suoi uffici, cosa che impedì a diversi cittadini l’esercizio del loro diritto politico.
La corte, oltre alla modifica della legislazione, richiede che lo Stato Italiano informi la corte stessa entro 180 giorni delle iniziative prese e di tradurre e diffondere la sentenza (che le accludo).
Questi 180 giorni dal 28 Novembre verranno a scadere proprio domani 26 Maggio e non mi risulta che finora sia stata diffusione della sentenza tradotta in italiano. Né il Governo credo abbia dato pubblica comunicazione di avere risposto alla Corte.
La prego perciò di volersi attivare quanto prima a quanto disposto
Distinti saluti
Marco Giordani – segretario Associazione Sabina Radicale
Viale Fassini 80/B – 02100 Rieti RI