Intervista al Corriere di Rieti
Prima delle elezioni come Più Europa – Radicali avete presentato una nuova legge elettorale regionale. Cosa cambierebbe per Rieti?
Rieti da due legislature ha un solo consigliere, ma non scelto dai cittadini; nel 2013 era in un listino bloccato, dal 2018 va alla Pisana un esponente di un partito della coalizione vincente nel Lazio, anche se i sabini avessero votato compatti dall’altra parte.
E con questa proposta?
Il territorio regionale viene diviso in 32 collegi uninominali, e la provincia di Rieti ne avrà garantito uno (nonostante sia più piccola degli altri collegi).
Senza i partiti?
Ci saranno partiti e coalizioni e possibilità di disgiungere il voto tra partito e candidato del collegio. Tramite i partiti, verranno eletti 18 consiglieri con metodo proporzionale; con meccanismi però che garantiscono governabilità al Presidente ed una rappresentanza adeguata alle minoranze.
Perché questa legge?
Quella attuale ha gravi problemi. A parte Rieti, possono accadere situazioni paradossali: se 4 anni fa 1639 elettori di Latina invece di restare a casa avessero deciso di andare e votare PD, sarebbe successo che il PD avrebbe avuto in Consiglio Regionale un consigliere in meno! Poi c’è una questione di legittimazione del Presidente: Zingaretti per esempio è stato eletto la prima volta con il 40% dei voti, e riconfermato da meno di un elettore su tre.
Cosa succederebbe per il presidente?
Anche qui una novità: si prevede un ballottaggio; senza apparentamenti però. Lo stesso avverrebbe per i collegi uninominali.
E’ una proposta che ha possibilità di essere accolta?
Le resistenze saranno molte, specie dai “signori delle preferenze” romani che dovrebbero riconvertirsi a presentarsi all’intero elettorato. Ma siamo confidenti, per i gravi problemi di cui dicevo.
Chi può aiutare?
I partiti minori, cannibalizzati dalla legge attuale; ma soprattutto i territori. Questo è il motivo per cui qui l’abbiamo presentata e abbiamo intenzione di tornarci coinvolgendo tutte le istituzioni locali.