ASTENSIONE
L’esplosione della astensione dal voto è emergenza di fiducia in questo sistema di questi partiti. Occorre più partecipazione e la bocciatura dei referendum un anno fa da parte della Corte Costituzionale non ha aiutato. Lo scoramento ovviamente colpisce di più il “voto libero”, quello di opinione, mentre preserva le cordate organizzate, le clientele e le tifoserie.
Questo è confermato dal confronto tra i sondaggi e lo spoglio: la media dei sondaggi nel Lazio sovrastimavano +Europa-radicali Italiani-Volt del 200%, e a seguire M5S (86%) e Azione/IV (48%), sottostimando invece i partiti più legati al voto di preferenza (civiche e partiti minori ma anche Lega e FI).
Conferma della relazione tra stima al sondaggio e risultato allo spoglio viene anche dall’osservazione che le liste che hanno con maggiori percentuali di preferenze sono Lega, Forza Italia e Demos, quelli con minori percentuali sono Partito Comunista, M5S, +Europa-Radicali Italiani-Volt
E che in queste elezioni il voto “organizzato” non solo non sia stato penalizzato ma addirittura sia aumentato, lo conferma il fatto che mentre nel 2018 le preferenze espresse (anche doppie) fossero state 1 milione su 2,5 milioni di voti di lista, oggi passano a 1,2 milioni su solo 1,5 milioni di voti di lista!
Come radicali da decenni denunciamo la chiusura del sistema partitico: nella loro democrazia interna, nell’impedire la partecipazione di soggetti non già interni al sistema, nel sistema dell’informazione, nell’impedire o disattendere le scelte referendarie.
La situazione internazionale ci mostra come un recupero di democrazia non sia solo per renderla più efficace ed effettiva, ma anche per non scivolare in una delle dittature elettorali che si stanno affermando in diversi paesi.
Coscienti di questo, siamo anche personalmente impegnati nel definire delle proposte di legge o referendum che contiamo di proporre ai cittadini, e che nel tavolo che coordiniamo prevedono legge elettorale, status dei partiti, meccanismi di attuazione della partecipazione locali (proposte di delibera e referendum)
https://radicali.it/tavoli-di-lavoro/
SCENARIO POLITICO
A livello nazionale.
Sin dalle politiche, le mosse di Calenda e Conte sono sembrate orientate non alle elezioni ma ad un loro futuro posizionamento per spartirsi le spoglie del PD. Questo era solo parzialmente riuscito alle politiche, ed è miseramente fallito alle regionali
A livello regionale
D’Amato ha raggiunto una percentuale maggiore di quella che ebbe, alla sua riconferma, Zingaretti, che rimase sotto 1/3 dei voti, riuscendo ad essere eletto solo grazie ai voti sottratti alla destra dalla candidatura solitaria del sindaco di Amatrice Pirozzi. Alla luce di ciò è incomprensibile che il PD non abbia voluto porre mano alla legge elettorale quantomeno introducendo il ballottaggio. Vero che Rocca ha comunque superato il 50% ma in una partita che molti a sinistra hanno condotto come già persa.
A livello locale reatino
Il successo della lista di FDI e quindi l’elezione di Nicolai (un predestinato, visto che l’avrebbe avuta con Forza Italia 5 anni fa in caso di vittoria di Parisi, sfumata di un 2% per colpa di Pirozzi).
La campagna del leghista Calisse volta a valorizzare il proprio nome è sempre stata orientata ad altro incarico; vedremo ora quale.
Alla luce di questo che abbiamo sempre pensato essere il suo interesse, appare logico il rifiuto di incontrarci per parlare di una legge elettorale regionale uninominale, che lo avrebbe “premiato” sì, ma ad un incarico (di consigliere) forse meno ambito.
Il secondo consigliere di FDI (evidentemente inaspettato essendosi la battaglia interna ad FDI per decidere chi dovesse essere il “nominato” è stata combattuta solo sull’uomo) è stato dovuto al raggiungimento del quoziente pieno da FDI nelle altre province e quindi disponibilità del resto per Rieti.
Quanto accaduto evidenzia un’ulteriore fallacia del sistema elettorale regionale, laddove con una lista al 32% ed una al 24% della stessa coalizione, prende tutto la prima.
A livello regionale ne consegue un quasi monocolore FDI (22 su 30), il che mette in pericolo l’assessorato a Rieti, visto che Lega e Forza Italia delle altre province avranno appetiti da soddisfare; a meno di offrire anche l’assessore reatino a FDI…
A sinistra il PD si conferma nonostante tutto come i 2/3 dei voti della coalizione. In città (dato immediatamente confrontabile, non essendoci la pura provincia alle politiche) la coalizione mantiene il dato complessivo e il PD il 17% delle politiche. Non conferma il voto invece il M5S che ebbe alle politiche il 14% ed ora il 5%
Lista +Europa – Radicali Italiani – Volt
La lista +Europa – Radicali Italiani – Volt come si diceva è stata pesantemente penalizzata dal voto di opinione.
Ovviamente il tracollo del “voto libero” ha penalizzato la lista ovunque e quindi anche a Roma, impedendo la conferma del consigliere.
Come Sabina Radicale avevamo apertamente chiesto consenso per la rielezione del consigliere uscente Alessandro Capriccioli, segretario di Radicali Roma. In realtà nelle preferenze ha prevalso di poco un candidato di +Europa, il sindaco di Castelnuovo di Porto Riccardo Travaglini, già candidato alle europee e che invitammo in questa veste a Rieti. Probabilmente con un concorso più ampio del voto di opinione a Roma, Capriccioli avrebbe prevalso.
A Rieti e provincia in termini assoluti la lista è calata più di due terzi in provincia e quasi altrettanto in città. In termini percentuali dimezzata in provincia e quasi in città.
Che sia mancato voto di opinione lo testimonia il fatto che questo crollo sia avvenuto nonostante siano aumentate le preferenze personali. Preferenze personali comunque non legate a clientele o cordate o parentele ma alla campagna elettorale e ai temi presentati, senza tuttavia riuscire a raggiungere tutto l’elettorato, specie in provincia.
Il contributo che Rieti e la provincia hanno fornito alla lista “radicale” regionale è comunque rimasto in linea con le precedenti regionali. Ricordiamo che la nostra popolazione è il 2,6% della popolazione della regione.