A due giorni dal voto di Fara si susseguono le dichiarazioni di appoggio alle tre liste. Niente di strano: la posta è alta ("chi metterà le mani sul Polo", ha detto Mazzeo) e tutte le carte vengono giocate; tuttavia ci sono delle differenze sostanziali tra le tre, differenze che fanno riflettere.
A due giorni dal voto di Fara si susseguono le dichiarazioni di appoggio alle tre liste. Niente di strano: la posta è alta ("chi metterà le mani sul Polo", ha detto Mazzeo) e tutte le carte vengono giocate; tuttavia ci sono delle differenze sostanziali tra le tre, differenze che fanno riflettere.
Per Fara Virtuosa, i messaggi sono coerenti con il messaggio: PCL, Verdi, Lista Bonino-Pannella si ritrovano nel modello di sviluppo indicato, e dichiarano fiducia in Campanelli e nelle associazioni che lo supportano, avendole conosciute e praticate in questi ultimi lunghi anni di battaglie di legalità, di trasparenza, di partecipazione, di pratiche virtuose e sviluppo sostenibile.
Il senso delle passerelle offerte dalla lista della destra è anche chiaro: offrire agli elettori il miraggio di un asse preferenziale con Regione e Governo. Questo è del resto il messaggio di Basilicata, a partire dal simbolo della sua lista; il momento non sembra il migliore perché la gente abbocchi, specie con l'esperienza maturata con la gestione Polverini e gli sbandamenti del PdL provinciale e le incertezze del governo nazionale, ma con il "logo berlusconi" c'è sempre da provarci. Quello che invece lascia stupiti è la comunicazione dalla lista del sindaco.
Due sono i messaggi, veicolati entrambi sia da Vannino Chiti che da Sergio D'Antoni: la magnificenza dell'amministrazione svolta, ed il fatto certo che essa rivincerà. Ma quale sarà l'effetto che ai cittadini di Fara faranno queste dichiarazioni? Sentirsi dire e ripetere, da parte di un sindaco uscente, che la vittoria è certa, a qualcuno darà l'impressione che certa non lo sia proprio; per altri, sentirselo dire significherà che casca l'argomento ("Attenti: la destra in Comune!") con cui i partiti della rissosa coalizione invitano a tapparsi il naso e così essi si sentiranno finalmente liberi di scegliere il modello di sviluppo che sentono più vicino e la persona più affidabile (quella che gli americani testano con "comprereste da lui un'auto usata?").
A tapparsi il naso, dicevamo, perché i cittadini ben conoscono i risultati dell'amministrazione uscente, avendone diretta esperienza. Ed allora qui arriva il secondo effetto boomerang: il sentirsi spiegare che il comune è ben amministrato, da ospiti cui è evidente che sia stato fatto un riassuntino qualche ora prima. E sì, perché chi può credere che D'Antoni ne sappia della "concertazione" dell'amministrazione Mazzeo che ha sempre rifiutato il confronto con le associazioni e chi, dei cittadini che ci vivono ogni giorno, condividerà con l'ex sindacalista che il modello Fara sia "da esportare"?
E chi potrà credere che Vannino Chiti, indicato nei comunicati di Mazzeo come segretario del PD laziale per nascondere che ne è invece commissario data la ingovernabilità del PD laziale stesso, abbia avuto il tempo in questi pochi mesi per guardare a Fara? Credo nessuno, tantomeno Perilli che si è potuto perciò spingere fino a lodare davanti a Chiti la "coesione della coalizione" (sic)! E se tanto ci dà tanto, di cosa cercherà di convincere i farensi Giovanni Bachelet? Della legalità dell'amministrazione, anche questo un modello da esportare?
Ai cittadini sarà allora risultato evidente che l'amministrazione è allo sbando, che costoro non sapevano di cosa stessero parlando, e che per fortuna il destino della loro comunità è oggi nelle loro mani, non in quelle di politici in gita da Roma.