Nei tre giorni a cavallo di Ferragosto si è tenuta a livello nazionale “Ferragosto in carcere”, la più imponente visita ispettiva mai realizzata in Italia. L’iniziativa è stata lanciata da Radicali Italiani che, di concerto con dei membri della Commissione Giustizia della Camera, hanno lanciato la proposta a tutti i parlamentari ed i consiglieri regionali (i quali hanno titolo a visitare le carceri sempre e senza nessun preavviso).
Nei tre giorni a cavallo di Ferragosto si è tenuta a livello nazionale “Ferragosto in carcere”, la più imponente visita ispettiva mai realizzata in Italia. L’iniziativa è stata lanciata da Radicali Italiani che, di concerto con dei membri della Commissione Giustizia della Camera, hanno lanciato la proposta a tutti i parlamentari ed i consiglieri regionali (i quali hanno titolo a visitare le carceri sempre e senza nessun preavviso).
Iniziativa quanto mai tempestiva, considerando quanto il tema sia di attualità, sia per chi ritiene che la soluzione dei problemi della giustizia sia nel sistema carcerario, sia per chi – come i radicali – pensano il contrario. Alla fine si sono fatti coinvolgere ben 167 tra deputati, senatori e consiglieri regionali di tutti gli schieramenti politici che, assieme ai garanti per i diritti delle persone private della libertà, hanno dato la disponibilità per visitare ben 189 su 220 istituti penitenziari.
Tra questi, anche la realtà di Rieti, dove Santa Scolastica è stata visitata la scorsa domenica 16 agosto dal senatore Angelo Maria Cicolani, che ha risposto positivamente all’appello, e dal radicale Mariano Giustino, direttore della rivista “Diritto e Libertà”; le loro dichiarazioni all’uscita sono state trasmesse in diretta da Radio Radicale. Come anche già rilevato in passato, il carcere reatino è apparso essere un’isola felice nel panorama non solo nazionale ma regionale (ben diversa la situazione trovata da Giustino nella visita al carcere di Viterbo).
Dalla relazione di Giustino, apprendiamo che l’istituto ospita prevalentemente detenuti di piccola criminalità legata ai reati contro il patrimonio e al piccolo traffico di stupefacenti, non ci sono sezioni di “alta sicurezza” e particolari problemi di gestione da parte del personale; il rapporto detenuti/agenti e quello che intercorre tra il personale dello staff stesso sono ottimi e si tratta di personale molto qualificato, che svolge un eccellente lavoro. Sufficiente è il numero degli educatori e degli psicologi; la struttura dispone inoltre di una sala biblioteca munita di computer, frigorifero e telefono. Anche le condizioni igieniche sono abbastanza dignitose: è uno dei pochi istituti del Lazio in cui i bagni delle celle sono muniti di docce e acqua calda.
I detenuti sono pochi (45, la capienza regolamentare dei posti è di 37 e la capienza tollerata è di 48 posti), di cui la metà in attesa di giudizio; i tossicodipendenti sono 19, di cui 4 in terapia metadonica, 2 sono i sieropositivi,10 gli stranieri. Il personale penitenziario ha poi ragguagliato circa il fatto che, entro il prossimo mese di ottobre, inizierà ad entrare in funzione il nuovo edificio di Vazia, predisposto per 206 celle e che ospiterà in un primo momento 100 detenuti. Purtroppo la nuova struttura potrà funzionare a pieno regime in un futuro non immediato, soprattutto a causa della scarsità del personale necessario.
A parere dei Radicali, pur in una situazione accettabile come quella reatina, che non sembra deprimere il carattere rieducativo e non afflittivo della pena, si evidenzia come la costruzione di nuove carceri non sia la soluzione, laddove manchi una riforma profonda della giustizia (la metà di detenuti in attesa di giudizio lo testimonia) ed adeguate risorse (lo scarso personale carcerario, che è spesso da considerare altrettanto vittima che i detenuti). A livello locale, l’auspicio della appena costituita associazione Sabina Radicale, che riunisce iscritti e simpatizzanti radicali, è di trovare le stesse condizioni di qualità della struttura reatina nelle prossime visite ispettive, che dovrebbero riguardare il carcere di Vazia.
Se Voltaire diceva «Non fatemi vedere i vostri palazzi ma le vostre carceri poiché è da essi che si misura il grado di civiltà di una nazione», l’impegno di tutti, a livello locale (ricordiamo che hanno per regolamento libero accesso agli istituti, oltre a parlamentari e consiglieri regionali, numerose figure: dal pretore al questore, dal prefetto al dal presidente di tribunale al vescovo) deve essere quello di tenere alta la guardia, su questa misura del livello di civiltà della nostra provincia.