Sabina Radicale segnala che Rita Bernardini, presidente di Nessuno Tocchi Caino, riporta sul proprio profilo FB di aver ricevuto per posta da un detenuto del carcere di Rieti una zecca, rinvenuta nell’Istituto. Dalla foto sembra che si tratti pare di una zecca molle, cioè non quella che vive all’aperto ma quella cosiddetta “dei piccioni” perché spesso associata e veicolata da questi animali e che trova il proprio habitat in sottotetti, torri, edifici abbandonati.
Il carcere di Rieti ha carte in regola per essere uno dei migliori dal punto di vista igienico, con ogni cella dotata di doccia ed acqua calda e personale e dirigenza attenti. Purtuttavia ci viene da pensare che esistano all’interno dell’istituto delle aree in cui il parassita ha modo di stanziare, in attesa di un ospite (necessariamente umano, nella circostanza) di cui nutrirsi.
Ci auguriamo che l’accaduto, di certo segnalato anche alla ASL, sia seguito al più presto da una opportuna disinfestazione.
Sabina Radicale ricorda come il Comune di Rieti debba ancora procedere alla nomina del proprio “Garante dei Diritti delle persone private della libertà personale”, figura istituita ben otto anni fa; nomina ancor più pressante oggi che è attiva in città anche una REMS, Residenza per autori di reato affetti da disturbi mentali.