Si è diffusa in questi giorni nella varie testate e tra le forze politiche, sindacali..ecc. una polemica inutile: se conferire o meno a Gianni Letta la cittadinanza onoraria della città di Rieti, iniziativa che il Municipio di Rieti, dopo l’accettazione da parte del medesimo della presidenza della Fondazione Flavio Vespasiano che organizza il Reate Festival, intende portare all’approvazione del consiglio comunale.
Si è diffusa in questi giorni nella varie testate e tra le forze politiche, sindacali..ecc. una polemica inutile: se conferire o meno a Gianni Letta la cittadinanza onoraria della città di Rieti, iniziativa che il Municipio di Rieti, dopo l’accettazione da parte del medesimo della presidenza della Fondazione Flavio Vespasiano che organizza il Reate Festival, intende portare all’approvazione del consiglio comunale.
Conosco Gianni Letta da quando era direttore del giornale Il Tempo, quando quel quotidiano, insieme alla pagina del Messaggero di Rieti, guidata da Pietro Pileri, con la sua pagina guidata da Sergio Carrozzoni era protagonista della vita politica locale. Erano gli anni ’60. Era un giovane direttore che prometteva una luminosa carriera giornalistica, e condusse quel giornale ottimamente. Dopo di lui Il Tempo è scaduto ad organo di parte e non si è più ripreso.
Poi scelse una strada diversa, quella del gran consigliere dei potenti, una carriera nella quale ha rivelato le sue migliori doti di professionista, fino all’approdo in casa Berlusconi, del quale è certamente il consigliere più fidato e più ascoltato. Forse l’unico. È una testa d’uovo, se ci è permesso di citare un termine caro al mondo del management industriale. Insomma, un bel cervello. Si può essere d’accordo con quel che fa, quel che dice è per lo più indecifrabile perché non parla e scrive quasi mai, o non essere d’accordo, ma certamente è un uomo di valore. Non sempre gli uomini di valore li trovi dalla tua parte. Personalmente lo stimo anche se non mi riconosco nemmeno un millimetro nella sua immagine.
Il concetto di attribuzione della cittadinanza onoraria trae la sua ragion d’essere nella sussistenza nel proposto di un requisito essenziale: aver espletato in modo evidente e comprovato azioni meritevoli a favore dei proponenti, nel caso di specie della cittadinanza di Rieti. Partendo da ciò, senza manifestare alcun pregiudizio personale nei confronti di Gianni Letta, che ripeto stimo come persona, su quali meriti è basata la proposta? Da ciò che si dice in giro mi pare di capire che tale proposta è basata più su aspettative che su meriti. La municipalità lo ha chiamato a presiedere il Reate Festival con il conclamato scopo di utilizzarlo come richiamo per il suo potere allo scopo di reperire finanziamenti e attrarre a Rieti figure di spicco del mondo dell’arte, sollecitate dalla “potenza” del personaggio, più che dal suo prestigio artistico o culturale.
Ieri poi ho letto un comunicato nel quale il segretario provinciale della CISL di Rieti polemizzava con coloro che si oppongono al conferimento della cittadinanza onoraria adducendo una motivazione che mi ha fatto inorridire. Sosteneva tale sindacalista che il comune deve conferire tale onorificenza perché Gianni Letta, appunto come uomo di potere, novello Sant’Antonio patrono di Rieti, sarà capace di far comparire a Rieti nuovi posti di lavoro in quel nucleo industriale che è diventato un cimitero di capannoni vuoti dove corrono i sorci, tranne sempre qualche lodevole eccezione.
In altre parole, visto che la politica locale non è in grado né di affrontare né di risolvere il problema dello sviluppo economico della Sabina, prendiamone atto e facciamoci un Compare potente, con la C maiuscola, al quale delegare ciò di cui non siamo capaci. Una specie di quel che accadeva nell’ex regno delle due sicilie, dove la pratica del comparato serviva alle famiglie per rinsaldare legami forti con il potere reale, quello della mafia, per sopravvivere.
Pratica che ancora sopravvive anche qui da noi pur con forme adattate al fatto che una parte della provincia di Rieti faceva parte di quella provincia del regno più vicina al nord del paese dove la mafia non esisteva nelle forma siciliane, ma era sostituita dai baroni del Cicolano. Insomma se Gianni Letta accetterà e il Municipio lo vorrà, secondo il segretario della CISL la cittadinanza di Rieti avrà titolo per chiamare l’uomo più potente d’Italia in questo momento, sempre dopo Berlusconi e con il suo beneplacito: Compare Gianni! Un suggerimento politico del sindacato che la dice lunga sulla capacità di conduzione politica dei dirigenti sindacali di casa nostra.
Se Alberto Alunni e Giorgio Rossi, i fondatori della CISL di Rieti, uscissero dalla tomba a questo segretario toccherebbe di certo la sorte che Farinata degli Uberti riservò al Conte Ugolino! Con questi argomenti a motivazione della onorificenza, io sono convinto che Gianni Letta non accetterà, lo reputo troppo intelligente per cadere in questa trappola maldestra.
di Gianfranco Paris
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