Ho visto il film che il regista Baudena ha realizzato sulla vita di Nazzareno Strampelli con il contributo sostanzioso di fondi pubblici. Mi sono recato nella sala della ex Modernetta con curiosità per conoscere nei dettagli la storia di un personaggio, uno dei pochi di vero valore scientifico che possa essere associato al nome della nostra città in tempi moderni.
Ho visto il film che il regista Baudena ha realizzato sulla vita di Nazzareno Strampelli con il contributo sostanzioso di fondi pubblici. Mi sono recato nella sala della ex Modernetta con curiosità per conoscere nei dettagli la storia di un personaggio, uno dei pochi di vero valore scientifico che possa essere associato al nome della nostra città in tempi moderni.
Qualche giorno prima, e senza sapere del film, avevo scritto il mio articolo apparso sull'ultimo numero di Mondo Sabino dedicato alla indecorosa fine che ha fatto l'Istituto intitolato al nome del grande scienziato. Sono rimasto di sasso. Da giovane mi sono occupato di cinema d'essai, fui vice segretario dell'Aiace presieduta da Alberto Lattuada, ed ho una certa dimestichezza con il fenomeno culturale cinema.
Siamo in presenza di un fumettone, mal diretto e mal recitato, si salva appena la figura del protagonista, che riduce la figura di Nazzareno Strampelli ad una patetica presenza nel mondo del primo novecento senza evidenziarne il benché minimo valore scientifico e senza far capire agli spettatori la vera importanza della sua attività scientifica. Appare come una specie di manipolatore dei semi del grano spinto da una innata curiosità infantile senza far capire come tale processo abbia potuto portare ad alleviare la fame nel mondo, che è il tema fondamentale di tutto il film.
Sono uscito dalla sala frastornato e mi sono domandato quale effetto avrebbe avuto sugli studenti della nostra città che lo hanno visto nei matiné. Ho sentito alcuni insegnanti che erano inorriditi e più delusi di me. Io almeno avevo apprezzato i paesaggi e la conoscenza di alcuni particolari ignoti oggi della vita dello Strampelli, loro lo ritenevano addirittura dannoso per i loro allievi. Io penso che il film abbia risentito della volontà dell'autore o di chi lo ha ispirato a strumentalizzare la figura di Nazzareno Strampelli secondo la moda del revisionismo storico imperante.
Si trattava di mettere in evidenza il paternalismo degli agrari di Rieti guidati dal principe Potenziani, classe egemone fino alla fine della seconda guerra mondiale, mettendone in evidenza la lungimiranza in contrapposizione con lo stesso comune di Rieti, a quei tempi guidato dal sindaco Avv. Raccuini che vi si contrapponeva, e che viene fatto apparire come incapace di comprendere il valore della istituzione a Rieti della cattedra ambulante di sperimentazione agraria. Raccuini appare nel film a consegnare il primo ufficio della istituzione in uno squallido scantinato del palazzo della Cassa di Risparmio di Rieti, che tra l'altro era gestita e dominata dagli stessi agrari guidati da Potenziani.
La cosa che più disturba è che per la realizzazione del film sono stati usati soldi della collettività, usati a fini di parte. Siamo scesi veramente in basso. Si diffonde ignoranza e si domina con la demagogia ignorando la verità storica e quella degli eventi dell'oggi. Così non si va da nessuna parte. Si servono solo interessi particolari, mentre quelli della collettività vanno a farsi benedire.
Gianfranco Paris