“Oggi 15 settembre ricorre il 15° anniversario della Giornata internazionale della democrazia.
Eppure, in tutto il mondo, la democrazia sta arretrando.
Lo spazio civico si sta riducendo.
Crescono la sfiducia e la disinformazione.
La polarizzazione sta minando le istituzioni democratiche.
È il momento di dare l’allarme.
È il momento di riaffermare che democrazia, sviluppo e diritti umani sono interdipendenti e si rafforzano a vicenda.
È il momento di difendere i principi democratici di uguaglianza, inclusione e solidarietà.
E stare dalla parte di coloro che si impegnano per garantire lo stato di diritto e promuovere la piena partecipazione ai processi decisionali.”
Non sono parole di radicali italiani; potrebbero esserlo, ma sono parole del Segretario Generale delle Nazioni Unite
Ce ne sono tante di “giornate nazionali” e “giornate mondiali”; probabilmente si esagera, ma forse quella della Democrazia merita attenzione come la Democrazia stessa merita cura.
Come radicali, poniamo quest’anno l’attenzione sulla sfacciata inadempienza del governo a predisporre la piattaforma nazionale per la sottoscrizione di referendum e proposte di legge: doveva essere disponibile a Gennaio 2022, non lo sarà neppure dopo due anni.
Il governo era stato costretto a promettere questa piattaforma: era conseguente alla condanna ricevuta dall’ONU per gli ostacoli che Radicali Italiani aveva evidenziato nella raccolta firme per dei referendum dieci anni or sono; sentenza in cui anche Rieti ebbe una parte.
Grazie ad un emendamento corsaro del radicale Riccardo Magi è sì possibile, in attesa della piattaforma nazionale, sottoscrivere le proposte su una piattaforma privata ma questo ha un costo, che non tutte le organizzazioni di cittadini possono sostenere.
Così, le sei proposte di legge su cui Radicali Italiani sta raccogliendo le firme sono disponibili anche online, ma a costo di un piccolo contributo da parte di chi firma.
Non aspettiamo però con le mani in mano i comodi del governo: a chi firmerà online offriremo di partecipare ad una Class Action nei confronti del governo stesso.
Infine, sarà bene ricordare che non è solo a livello nazionale che “lo spazio civico” viene quanto più ristretto: una gran parte dei comuni italiani (tra cui Rieti) nega ai cittadini il diritto (che pure riconosce a Statuto) di chiedere referendum cittadini. Ne avevamo scritto su “Il Dubbio” del 25 Luglio scorso e ci torneremo.