Crematorio a Rieti: un proposito dimenticato da sindaco e vicesindaco?

Da mesi è sorto in Sabina un dibattito sull’iniziativa dell’amministrazione di Montasola per la costruzione di un crematorio.

Un dibattito che in provincia non è una novità: accadde a Pozzaglia nel 2010 e a Borgo Velino lo scorso anno.  A Pozzaglia si desisté per le proteste di parte dell’opposizione (peraltro spalleggiata da Fabio Melilli, allora Presidente di Provincia). A Borgo Velino l’iter è in corso e l’amministrazione che lo aveva promosso è stata confermata alle elezioni. Vedremo se a Montasola si arriverà a concretizzare il progetto.

Chi protesta adduce timori di inquinamento; le amministrazioni smentiscono questi timori e portano dalla propria il vantaggio economico che l’impianto porterebbe nelle casse comunali. C’è poi chi aggiunge timori più vari, dal pericolo per gli ulivi al ritorno sfavorevole per la propria vocazione turistica, sempre prossima a concretizzarsi – ignorando per inciso che in Svizzera la cremazione riguarda la pressoché totalità delle scelte.

Sempre è mancata però in questo dibattito “LA” argomentazione, che è quella del diritto dei cittadini alla possibilità di cremazione. La cremazione è una pratica in continua costante impetuosa crescita, che in Italia nel 2020 riguardava un terzo delle scelte. Malgrado ciò, non esiste nessuna struttura in questa provincia o nelle città più vicine, L’Aquila e Terni; non considerando Roma per la quale si legge di lunghe liste di attesa, i reatini debbono rivolgersi agli impianti di Perugia, Ascoli, San Benedetto o Viterbo. Anche l’Abruzzo ne è attualmente privo, sebbene si legga di progetti a Città Sant’Angelo e ad Avezzano.

Tra le voci di protesta è utile però evidenziare quella di Legambiente Bassa Sabina che, pur dichiarando “questi impianti assolutamente necessari” pone la questione del perché proprio lì.

Questa sì è una obiezione appropriata: essendo questa una esigenza quanto meno provinciale, la cosa più normale sarebbe che il tema sia almeno presente al Comune Capoluogo; il quale poi, a nostro avviso, se ne dovrebbe far carico se le iniziative private nei comuni minori non avessero seguito. Questo è esattamente quello che come NOME Officina Politica abbiamo messo nero su bianco nel programma della lista.

Come stanno invece le cose? Seguiamo e cerchiamo di stimolare la questione, come Sabina Radicale, da anni. Cinque anni fa notammo con piacere che il tema era stato considerato da Cicchetti nel suo programma elettorale, poi trasfuso nel documento ufficiale “linee programmatiche per le azioni di mandato”. Esso conteneva un’apertura e soprattutto un riconoscimento dell’esigenza: “è da valutare la possibilità e l’eventuale conseguente collocazione di un crematorio, considerata la richiesta di tale servizio”. Promettendo ampliamenti per tumulazioni, Cicchetti parlava di “penosa migrazione delle salme”; che quindi crediamo si applichi anche a viaggi di centinaia di chilometri.

Oggi non troviamo questo tema esplicitato in nessuno dei programmi dei candidati sindaco. Normale per il nostro candidato Carlo Ubertini il cui programma delinea un quadro generale e non vuole avere la minuzia di chi invece, da Sindaco uscito o Vicesindaco uscente, dovrebbe dar conto nel proprio programma di quanto non è riuscito ad implementare nel proprio mandato (peraltro, accade il contrario: Sinibaldi ha nel programma amministrativo futuro gli interventi cimiteriali già appaltati o in corso…).

Il fatto che il proposito di valutazione (nemmeno quindi un impegno di realizzazione) sia scomparso dai programmi del Vicesindaco che si candida a Sindaco, cosa significa? Significa che la valutazione è stata fatta? Non crediamo, visto che non ne è stata data comunicazione alla città. O non c’è più la richiesta? In tal caso, eccoci che la rinnoviamo.

Fabio Andreola
Marco Giordani
Marco Orlandi
Gianfranco Paris

Crematorio: bene Borgo Velino, che supplisce deficienze del capoluogo.

Sabina Radicale plaude alla decisione della cittadina di Borgo Velino di procedere alla realizzazione sul proprio territorio di un impianto per la cremazione di salme, il primo disponibile sul nostro territorio.

E’ evidente come la disponibilità di questi impianti sia semplicemente una necessità, essendo che in Italia nel 2019 oltre il 30% in Italia ed il 10% nel Lazio dei cittadini ha seguito questa pratica, in costante crescita.

E’ purtroppo ricorrente la opposizione di una parte della popolazione, che amministratori pur avveduti condividono definendola “psicologica” o temendo “ripercussioni sul turismo” (sic!). Già nel 2010 Sabina Radicale era intervenuta, in solitudine, a sostegno della iniziativa dell’amministrazione di Pozzaglia Sabina, poi bloccata per miope insorgenza della popolazione, colpevolmente affiancata da politici che, in epoca pur pre-populista, scelsero di cavalcare il malessere, abdicando al proprio compito.

Un anno fa il Sindaco Ranalli di Cittaducale, commentando le rimostranze di alcuni, auspicò un coinvolgimento della Provincia, per una “una pianificazione territoriale dei servizi” di cui non abbiamo avuto evidenza.

L’ iniziativa di un piccolo comune, certamente mosso anche dagli indubbi vantaggi economici, mostra ancor di più le carenze del Comune di Rieti, nelle diverse giunte succedutisi; Comune capoluogo per il quale l’iniziativa avrebbe assunto anche l’aspetto di servizio alla cittadinanza propria e della provincia. Un Comune pur costantemente alle prese con problemi di spazi cimiteriali (si è giunti all’arresto di dipendenti accusati di vendere loculi!) e nel quale il tema carsicamente riappare, senza mai arrivare a compimento.