Perché A Rieti FDI pigliatutto? E perché la Lega qui non si lamenta?

La assegnazione di due consiglieri regionali entrambi a FDI sembra a Rieti essere passata liscia. Ma cosa è avvenuto perché FDI (32%) abbia avuto 2 consiglieri e la Lega (24%) nessuno? E perché “passata liscia”?

Quello che è avvenuto è quanto già avvenne cinque anni fa, alla prima applicazione della modifica alla legge elettorale che sostituiva il listino con un premio di maggioranza.
Allora il PD incassò 9 consiglieri su 10 del premio di maggioranza, sottraendoli ai partiti minori; oggi lo stesso ha fatto FDI ai danni di Lega, Forza Italia e Lista Civica.

Allora con Rocco Berardo, primo dei non eletti della lista +Europa, presentammo un ricorso al TAR[1] sulla interpretazione della legge, che ha palesi aspetti di incostituzionalità  perché sacrifica il criterio di rappresentatività del premio di maggioranza ad un meccanismo di rappresentanza territoriale che poteva essere esercitato diversamente.

Ma al TAR documentammo anche che (virgolettato dalla memoria allora presentata) “con 1418 voti in più dati alla lista PD di Latina, la lista del PD avrebbe avuto la distribuzione di un seggio del premio a Latina, e complessivamente avrebbe avuto un seggio in meno nella distribuzione del premio regionale. Con 1418 voti in più sarebbe passato da 9 seggi su 10 a 8 seggi su 10.”

Chiedemmo al TAR l’annullamento ed in subordine di sollevare la questione di legittimità costituzionale, ma TAR e Consiglio di Stato non lo fecero; e come si sa, solo un giudice può adire alla Corte Costituzionale, non un cittadino.

La stessa cosa è avvenuta quest’anno e si legge che a Viterbo la Lega preannuncia un ricorso al TAR[2] per lo stravolgimento dell’assegnazione del premio alle liste di Lega, Forza Italia e Lista Civica (ovviamente non è vero che necessariamente “questo toglierebbe alla provincia per dare alla metropoli”). Speriamo che questa volta il TAR ravveda possibili aspetti di incostituzionalità e rinvii alla Corte.

Vi chiederete come mai invece a Rieti la cosa sia “passata liscia”, non venga sollevata; la risposta crediamo sia nel fatto che il sindaco Calisse, dopo aver fatto credere che sarebbe stato Consigliere (cosa impossibile) e dopo aver fatto credere che (in subordine! – benché carica più rilevante) sarebbe stato Assessore, adesso speri in qualcosa, che però gli deve essere concesso dal partito dominante, FDI.

Nel frattempo che questi giochi e ricorsi fanno il loro corso, sarebbe bene che le forze politiche ed i territori prendano coscienza che questa legge va cambiata. Potrà essere cambiata con dei correttivi, ma noi radicali continuiamo a proporre la nostra proposta a carattere largamente uninominale che, dividendo il territorio regionale in 32 collegi, non solo eviterebbe storture nel meccanismo elettorale ma gioverebbe grandemente al rapporto tra territori ed al rapporto tra cittadini ed eletto, che proprio con voti come quello massiccio su Calisse, l’elettorato sembra invocare.

Marco Giordani
segretario Sabina Radicale
membro Comitato Nazionale Radicali Italiani


[1] https://www.radioradicale.it/scheda/543558/intervista-a-rocco-berardo-sul-ricorso-al-tar-per-il-seggio-mancante-nella-regione?qt-blocco_interventi=1/iframe

[2] https://www.latuaetruria.it/news/19-in-citta/6204-seggi-regione-lazio-un-ricorso-della-lega-prova-a-mettere-in-dubbio-anche-quello-di-valentina-paterna

Il consigliere regionale reatino: meglio sia uno contro 37 o uno tra i 38?

I Radicali Italiani si candidano al Consiglio Regionale a sostegno di Alessio D’Amato nella lista Più Europa – Radicali Italiani – Volt. Lo facciamo però non da portatori d’acqua ma con valore aggiunto: qui evidenziamo un tema che non è presente nel programma D’Amato (così come in quello dei concorrenti) ma che è in ciò che abbiamo già proposto e su cui vogliamo continuare a lottare.
Il tema è quello della legge elettorale, tema che fortemente impatta Rieti: non è uno dei suoi problemi, ma è qualcosa che impedisce di combatterli.

Rieti sconta molte difficoltà e disattenzioni nel suo rapporto con la Regione Lazio; basta citare competenze regionali come la Sanità o i Trasporti o il Turismo o la gestione delle Acque.
La nostra convinzione è tuttavia che esse non dipendano tanto da un Assessore o un altro, ma siano insite nel rapporto squilibrato tra Roma e province, e in particolare tra Roma (4,5 milioni abitanti) e Rieti (150mila)

In attesa di una ripresa di discussione a livello nazionale su una riorganizzazione territoriale (tema che era vivo a livello nazionale qualche anno fa), la legge elettorale del Consiglio Regionale contribuisce per gran parte a questo squilibrio.

Mesi fa, nel corso della campagna elettorale comunale, come Radicali Italiani presentammo proprio a Rieti la proposta di legge uninominale del nostro consigliere regionale Alessandro Capriccioli, proposta che divide il territorio regionale in 32 collegi (di cui uno a Rieti), ogni collegio dei quali eleggerebbe un suo rappresentante.

Non ricevemmo commenti da nessuna forza politica, e neppure dopo le elezioni avemmo riscontro a nostre ripetute offerte di poterla illustrare a Sindaco di Rieti e Presidente della Provincia.

Questa legge porterebbe innanzitutto Rieti ad avere un proprio rappresentante scelto dai cittadini anziché un rappresentante della coalizione vincente in Regione. Questo già darebbe al consigliere eletto maggiore autonomia ed autorevolezza, tuttavia non è questo che gioverebbe ad un riequilibrio territoriale.

C’è però un ancora più sostanziale aspetto che, nella legge da noi proposta, offrirebbe questo riequilibrio: oggi, i 37 consiglieri romani (su 49 totali) sono eletti tutti nel territorio di Roma e provincia, a colpi di decine di migliaia di preferenze. Essi tutti insieme si concentrano sugli interessi del loro collegio elettorale, che è lo stesso enorme per tutti e 37, e che quindi giocoforza è l’unico ad essere nei loro pensieri.

Se invece si adottasse la nostra legge elettorale a collegi, i consiglieri da Roma e provincia continuerebbero ad essere tanti, ma ognuno di essi sarebbe a rappresentare e curare interessi di un proprio limitato collegio, tanto quanto l’eletto di Rieti farebbe per la nostra provincia: nelle discussioni in aula, il nostro – rapportandosi con i colleghi romani – sarebbe insomma 1 fra 38 che valgono quanto lui e non 1 a fronte di 37.

Nella prossima consiliatura continueremo a batterci su questo, rieleggendo a Roma (ma anche con il voto alla lista nelle province) Alessandro Capriccioli.

Sulla proposta di legge elettorale regionale

Intervista al Corriere di Rieti

Prima delle elezioni come Più Europa – Radicali avete presentato una nuova legge elettorale regionale. Cosa cambierebbe per Rieti?

Rieti da due legislature ha un solo consigliere, ma non scelto dai cittadini; nel 2013 era in un listino bloccato, dal 2018 va alla Pisana un esponente di un partito della coalizione vincente nel Lazio, anche se i sabini avessero votato compatti dall’altra parte.

E con questa proposta?

Il territorio regionale viene diviso in 32 collegi uninominali, e la provincia di Rieti ne avrà garantito uno (nonostante sia più piccola degli altri collegi).

Senza i partiti?

Ci saranno partiti e coalizioni e possibilità di disgiungere il voto tra partito e candidato del collegio. Tramite i partiti, verranno eletti 18 consiglieri con metodo proporzionale; con meccanismi però che garantiscono governabilità al Presidente ed una rappresentanza adeguata alle minoranze.

Perché questa legge?

Quella attuale ha gravi problemi. A parte Rieti, possono accadere situazioni paradossali: se 4 anni fa 1639 elettori di Latina invece di restare a casa avessero deciso di andare e votare PD, sarebbe successo che il PD avrebbe avuto in Consiglio Regionale un consigliere in meno! Poi c’è una questione di legittimazione del Presidente: Zingaretti per esempio è stato eletto la prima volta con il 40% dei voti, e riconfermato da meno di un elettore su tre.

Cosa succederebbe per il presidente?

Anche qui una novità: si prevede un ballottaggio; senza apparentamenti però. Lo stesso avverrebbe per i collegi uninominali.

E’ una proposta che ha possibilità di essere accolta?

Le resistenze saranno molte, specie dai “signori delle preferenze” romani che dovrebbero riconvertirsi a presentarsi all’intero elettorato. Ma siamo confidenti, per i gravi problemi di cui dicevo.

Chi può aiutare?

I partiti minori, cannibalizzati dalla legge attuale; ma soprattutto i territori. Questo è il motivo per cui qui l’abbiamo presentata e abbiamo intenzione di tornarci coinvolgendo tutte le istituzioni locali.