La Ferrovia Rieti-Roma: a chi serve?

Si avvicinano di nuovo le elezioni e torna il « lieto » motivo della ferrovia Rieti-Roma. La cosa è francamente « ripugnante » perché dimostra come i nostri politici locali pensano che i reatini siano tanti scemi da prendere per il naso.

Si avvicinano di nuovo le elezioni e torna il « lieto » motivo della ferrovia Rieti-Roma. La cosa è francamente « ripugnante » perché dimostra come i nostri politici locali pensano che i reatini siano tanti scemi da prendere per il naso.

Ma torniamo alla nostra ferrovia. Questa favola della ferrovia Rieti-Roma, dopo essere stata archiviata nelle prima metà del secolo scorso, riciccio’ come argomento di importanza economica all’inizio degli anni novanta anche per merito di Mondo Sabino che la sottopose alla pubblica attenzione con una serie di articoli del direttore e di alcuni collaboratori della Sabina romana.

Raccolse lo spunto Guglielmo Rositani quando fu eletto deputato a sorpresa nel 1994. Ma allora non si parlo’ di ferrovia Rieti-Roma fine a se stessa. Si parlo’ invece di una ferrovia a grande velocità che, partendo da Roma, trasportasse passeggeri e merci a San Benedetto del Tronto attraverso Rieti e Ascoli Piceno, collegandola alla ferrovia Adriatica che collega la direttrice nor-sud.

Un collegamento ferroviario che in solo un’ora e mezzo portasse passeggeri e merci dal Tirreno all’Adriatico e viceversa, collegando i quattro porti dell’Italia centrale: Ancona e Pescara ad est e Civitavecchia e Napoli ad ovest.

E tutto questo con quattro soldi rispetto a quanti necessari nel caso si volesse realizzare una tale infrastruttura con rete stradale.

Ma come tutte le cose buone, valle a far capire a chi ha interessi contrari ! Cosi’ Rositani, dopo i primi entusiasmi lascio’ cadere la cosa.

Comincio’ a sostenere con Cicchetti e Ciaramelletti una ferrovia su scala regionale che collegasse Rieti a Roma, in questo aiutati anche dagli uomini politici del centro sinistra.

Una specie di metropolitana con il presunto scopo di rendere più facile la vita ai pendolari.

Infatti cio’ di cui si parla oggi è una specie di ferrovia a scartamento ridotto, con velocità da lumaca, con percorso adattato alla tortuosità del terreno, una specie di trenino d’altri tempi che i paesi europei, dopo averli recuperati dagli altri tempi, usano per motivi turistici.

A conti fatti chi dovesse partire da Rieti per andare a lavorare a Roma impiegherebe in totale 92 minuti, senza contare i canonici ritardi delle ferrovie italiane, di cui gli attuali 36 da Passo Corese a Roma Tiburtina, 22 da Passo Corese a Osteria Nuova e 34 da Osteria Nuova a Rieti. Cioè oltre un ora e mezza alle quali debbono poi essere addizionati i tempi per recarsi dalla stazione ferroviaria Tibeurtina al centro di Roma  per un totale di due ore almeno facendo conto sulla « famosa » puntualità dele FF.SS.

Oggi, volendo, si puo’ partire dalla stazione ferroviaria di Rieti alle 8 e arrivare a Roma Termini, cioè al centro di Roma, alle 9,30 passando da Orte con l’attuale ferrovia costruita negli anni ’80 del 1800 senza spendere soldi per un nuovo tracciato e senza danni per il paesaggio della Sabina.

Con un comunicato ora Rositani e Cicolani sono tornati alla carica affemando che una tale ferrovia è di nuovo cosa fatta. Allora sarà bene ricordare a tutti quale è la situazione ad oggi.

Ad oggi risulta solo un progetto preliminare della Rieti-Passo Corese ed un solo progetto definitivo della sola Osteria Nuova-Passo Corese.

Non esiste ancora un progetto definitivo per il tratto Osteria Nuova-Rieti e non risulta nessun finanziamento dal CIPE oltre i novanta milioni nel 2013. I soldi ottenuti fino ad oggi sono stati spesi tutti per pagare la progettazione definitiva del tratto Passo Corese-Osteria Nuova.

Sabina Radicale in un comunicato scrive testualmente: « Riguardo ai soldi, sostanzialmente esatte alcune delle cifre citate, infatti nel 2003 il costo della Rieti-Passo Corese era valutato 792,2 ml di euro, nel 2006 si fissava a 350 ml il limite di spesa del tratto fino ad Osteria Nuova e si stanziavano 8,046 ml all’anno per 15 anni a partire dal 2007; quindi circa 120, di cui 90 erano quelli da usare per i lavori, e gli altri come oneri derivanti da eventuali finanziamenti necessari.

Pero’ il problema è che la decisione del CIPE che stanzierebbe i 350 ml non risulta né da verbali della seduta del 6/11, né da nessuna delibera precedente, come dai verbali e dalle delibere che possono essere consultate via internet.

Troppo facile poi ironizzare sulla « promessa» dei 420 ml e sul quadro finanziario sicuro. Quello che risuta invece è che i 90 ml sono allocati a partire dal 2013, in coda al raddoppio della Terni Spoleto come risulta dalla Relazione sullo stato delle infrastrutture del marzo 2006.

Misteriosa è l’origine dei 420 ml che per i nostri politici sono già deliberati, o lo saranno.

Non si capisce infine – continua Sabina Radicale- perché si ritenga che avendo stanziato (ma abbiamo visto che non è vero) i 350 ml necessari per il tratto Passo Corese-Osteria Nuova, questo garantisca il tratto Osteria Nuova-Rieti per il quale occorerebbero  altri 440 ml !

Per chiudere su questo argomento bisogna ancora cercare di capire quali sono i fini ultimi di tanta insistenza su una ferrovia di questo tipo.

Il fatto è che alcuni ceti imprenditoriali, trainati dagli edili, hanno messo gli occhi sopra a quella parte della Sabina che gravita su Roma, dove pensano di realizzare sostanziose speculazioni edilizie

Essi hanno trovato alleati bipartisan nei settori politici più forti dl nostro paese, cioè nel PDL e nel PD, che agiscono di conserva.

Tanto per capirci Marrazzo ha dovuto fare marcia indietro sul Polo Logistico, che aveva promesso a Poggio Mirteto che lui non avrebbe mai  fatto realizzare, a causa di questi scellerati accordi. Il Polo Logistico è uno dei pilastri per far diventare la valle del Tevere un agglomerato di cemento armato con grande gioia degli specultori dell’edilizia.

Lo scopo è quindi quello di far diventare tutta quella zona una periferia di Roma per scaricarci tutte le negatività della metropli e sottrarla ad una sana programmazione regionale che consenta a tutta la Sabina di sfruttare le sue potenzialità agricole e turistiche.

E quegli allocchi degli abitanti della provincia di Rieti credono che sia il Polo Logistico che la ferrovia Rieti-Roma servano allo sviluppo economico del « nostro » territorio !

 

di Gianfranco Paris

su Sabina Magazine

 

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